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Economia

Lago di Como, turismo azzerato a Pasqua. Un milione di euro persi ogni settimana

E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe: "Prenotazioni a picco, la prima tranche della stagione è compromessa"

Un'altra Pasqua dove non ci sarà turismo sul lago di Como. Mancano gli stranieri, ma anche le visite e le gite fuori porta da parte dei lombardi e degli italiani non ci saranno, secondo lo studio Coldiretti. Le restrizioni inasprite nei giorni 3,4,5 aprile, i ristoranti chiusi e la zona rossa non fanno altro che sottolineare i dati dell'analisi effettuata sul territorio di Como e Lecco. 

Con il lockdown di Pasqua è praticamente azzerato il turismo, con un italiano su tre (32%) che aveva programmi di viaggio per vacanze, gite fuori porta o visite a parenti e amici durante le feste di Pasqua e Pasquetta. Questo emerge da Coldiretti/Ixe’ in riferimento all’arrivo entro 2 o 3 mesi del primo passaporto sanitario europeo: Una crisi che investe in pieno il territorio lariano, con prenotazioni a picco per il secondo anno consecutivo e assoluta incertezza sul futuro a medio termine” commenta Emanuele Bonfiglio, presidente di Terranostra Como Lecco, l’associazione che riunisce gli agriturismi in seno a Coldiretti. “Di fatto, come già lo scorso anno, la prima tranche della stagione è compromessa, come anche feste ed eventi a partire dalla Pasqua: la perdita del turismo straniero incide in modo molto pesante sul territorio delle nostre due province. Ogni settimana di ritardo comporta danni per oltre un milione di euro per il solo comparto agrituristico”.

Turismo straniero: un buco da 27 miliardi 

Più in generale, il turismo straniero in Italia ha subito un buco di circa 27 miliardi nelle spese dei viaggiatori dall’estero, che sono crollate del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia.

Il passaporto vaccinale – commenta Coldiretti Como Lecco – è quindi necessario  per salvare il turismo estivo sul lago di Como dopo che oltre sei viaggiatori stranieri su dieci hanno dovuto rinunciare a venire nelle nostre province nel 2020.

L’assenza di stranieri grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate di Alpi e riviere che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea la Coldiretti – i visitatori da paesi europei hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa.  

Non solo: la mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo inoltre – conclude la Coldiretti interprovinciale – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.

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