Aziende agricole comasche: dopo Expo si fa fatica
Si é tenuta questa mattina alle ore 11 in piazza Vittoria la conferenza stampa presieduta dal segretario provinciale FLAI CGIL di Como Patrizia Baitieri per presentare la campagna "tenda rossa" ed esporre le problematiche relative ai contratti di...
Si é tenuta questa mattina alle ore 11 in piazza Vittoria la conferenza stampa presieduta dal segretario provinciale FLAI CGIL di Como Patrizia Baitieri per presentare la campagna "tenda rossa" ed esporre le problematiche relative ai contratti di allevatori, forestali, operai agricoli e florovivaisti in provincia di Como.
Le aziende sono state coinvolte quasi esclusivamente in progetti riguardanti attività per il pubblico e numerosi sono stati i problemi dovuti alla lunghezza dei tempi di pagamento da parte dei comuni, autori di pesanti tagli sul verde pubblico.
Vista l'espansione del turismo agro-alimentare sono numerose le aziende agricole che si sono ampliate in agriturismi, dove resta diffuso un fenomeno di lavoro "in grigio", con la pratica di stipulare contratti finti part time e di sottopagare i lavoratori. Tutto ciò avviene nonostante queste attività godano di notevoli sgravi contributivi (-75% per la fascia montana, -68% per quella collinare).Nella piattaforma di rinnovo del contratto quadriennale scaduto a dicembre si chiede di regolare questa situazione e se non ci saranno novità nelle prossime settimane sono previste mobilitazioni della categoria.
Altro tema trattato nella conferenza è stato quello delle aziende zootecniche:L'Associazione Provinciale Allevatori che contava a Como 20 dipendenti, dal 1 giugno si è unita a causa della riduzione delle risorse con le rispettive associazioni di Pavia, Lecco, Milano e Varese nella AALO, associazione finanziata dai soldi pubblici del MIPAAF. Questa fusione espone al rischio di licenziamenti tra i tecnici di Lombardia e dell'assenza di presidio sul territorio, fondamentale per la tutela della salute dei consumatori.
Nel 2015 il ministero ha erogato la quota a proprio carico, mentre la Regione Lombardia non ha ancora versato il finanziamento previsto peraltro nel bilancio regionale pari a 4,5 milioni di euro rischiando così di far saltare i posti di lavoratori come i tecnici della proflilassi zootecnica e gli addetti alla tenuta dei libri genealogici con la conseguenza di non avere più una certa rintracciabilità del latte e dalla carne.
La maggior parte di questi operai al momento lavorano solo su progetti e sono quasi totalmente assenti finanziamenti strutturali dedicati a prevenzione e gestione delle aree forestali, complice anche lo scarso numero di addetti. La riforma che ha demandato alle regioni la delega sulle politiche forestali si sta rivelando disastrosa ed è pertanto necessario ritornare ad un unico piano nazionale.