Assegno unico per figli al via dal 1° luglio: ecco a chi spetta e gli importi
L'assegno - come credito di imposta o accredito mensile - ingloberà le agevolazioni attualmente esistenti e sarà legato all'Isee
Oggi 4 giugno, approderà in Consiglio dei Ministri anche la cosiddetta 'norma ponte' sull'assegno unico universale per le famiglie, confermando la partenza dal prossimo 1 luglio senza slittamenti o rinvii.
Assegno unico per ciascun figlio: quando arriva e a chi spetta
Ma attenzione: a luglio solo a qualcuno, a gennaio 2022 a tutti. L'assegno unico per ciascun figlio parte a tappe. Dal prossimo mese la norma ponte dovrebbe consentire la 'copertura' solo per alcune categorie che fino ad ora ne erano prive, vedi disoccupati e lavoratori autonomi. Poi dal 2022 verrà prevista l'estensione dell'assegno a tutti, e diventerà quindi universale.
La misura ponte consentirà così di sopperire alla mancanza dei decreti attuativi, che rischiava di far slittare l'avvio dell'assegno per le categorie in questione a inizio del prossimo anno.
L'assegno unico figli viene definito nella legge 46/2021, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 82 del 6 aprile 2021, che delega il governo ad adottare uno o più decreti legislativi volti a “riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale”.
Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all'assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se: è iscritto all’università; è un tirocinante; è iscritto a un corso professionale; svolge il servizio civile; svolge un lavoro a basso reddito.
L'assegno unico familiare consiste in un assegno mensile a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Inoltre, l’assegno ha un valore massimo di 250 euro, in base all'Isee, ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia.
L'assegno verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza.
Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all'assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se:
- è iscritto all’università;
- è un tirocinante;
- è iscritto a un corso professionale;
- svolge il servizio civile;
- svolge un lavoro a basso reddito.
Secondo una simulazione effettuata recentemente dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia l'assegno rischia in alcuni casi un 'taglio' dell'importo rispetto ai 250 euro. L'assegno - come credito di imposta o accredito mensile - ingloberà le agevolazioni attualmente esistenti e sarà legato all'Isee. Secondo lo scenario prospettato l'80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21. Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un'Isee sotto i 30 mila euro. L'importo dell'assegno diminuisce se si alza l'Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Il quadro favorirebbe autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari. Risulterebbero sfavoriti i lavoratori dipendenti: 1,35 milioni di famiglie perderebbero in media 381 euro all'anno. Per tamponare questa disparità occorrono 800 milioni in più all'anno.