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Cronaca

Violenza in classe, i genitori cambiano scuola ai figli: "Le istituzioni potevano evitarlo"

Un bambino aggredisce un compagno di classe e lo ferisce al collo con un paio di forbici. Il taglio è profondo ma non grave. Profondi, però, sono anche lo sbigottimento e la paura che provano i genitori di tutti gli alunni di quella classe. Tanto...

Un bambino aggredisce un compagno di classe e lo ferisce al collo con un paio di forbici. Il taglio è profondo ma non grave. Profondi, però, sono anche lo sbigottimento e la paura che provano i genitori di tutti gli alunni di quella classe. Tanto più che lo stesso bambino nei mesi precedenti si è già reso protagonista di episodi di prepotenza e violenza fisica e verbale contro i compagni.

La delicata vicenda riguarda una scuola elementare del Comasco (omettiamo di proposito nomi e luoghi per la più ampia tutela della privacy dei minori coinvolti). L'aggressione con le forbici è avvenuta a gennaio ma già a dicembre tutti i genitori dell'intera classe di bambini avevano inviato una lettera per raccomandata indirizzata al dirigente scolastico, al provveditorato e al Comune dove ha sede la scuola.

La lettera dei genitori

In quella lettera era già espresso il timore che la situazione, già fuori controllo, potesse degenerare in episodi più gravi. Una lettera il cui contenuto, se vero in tutte le sue parti, è a dir poco preoccupante. I genitori chiedevano l'impiego di un insegnante di sostegno e di un educatore.

Dopo una serie di assemblee, scambi di mail e incontri più o meno ufficiali, la situazione non è cambiata. I bambini tornano a casa spaventati e non hanno più voglia di andare a scuola. Hanno paura. Alcuni genitori hanno già avviato le pratiche per trasferire i figli in un altro istituto, altri stanno pensando di fare altrettanto. La colpa di tutto, ovviamente, non può essere attribuita al bambino considerato pericoloso per i coetanei. Lui, in questa triste storia di disagio psicologico, è una vittima. D'altra parte gli episodi di cui si è reso responsabile sono avvenuti a scuola quando la responsabilità dei bambini è del personale docente e degli educatori. Ecco perché i genitori puntano il dito sulle istituzioni (non solo scuola, Comune e provveditorato, ma anche la Neuropsichiatria infantile alla quale già in passato era stato segnalato il caso) accusate di non avere fatto e di non fare nulla di realmente utile per assicurare un sereno svolgimento delle lezioni e del tempo pomeridiano che i bambini trascorrono a scuola. Un mese dopo l'episodio della forbiciata al collo ancora nessun insegnante di sostegno e nessun educatore è stato chiamato per affiancare il bambino problematico. “Questa a nostro avviso – commenta con sconforto e sconsolazione una mamma – è una grave inadempienza. La scuola ci ha risposto che non ci sono i soldi per un insegnante di sostegno e neppure il Comune è intervenuto fornendo un educatore. Non ci resta che trasferire i nostri figli perché nessuno ha dimostrato di sapere fronteggiare questa criticità. A farne le spese non è solo il bambino protagonista degli episodi di prepotenza e violenza ma anche tutti gli altri nostri bambini che vivono nella paura. Non è questo il clima che vogliamo respirino a scuola i nostri figli”.

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