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Via Rubini, il centrosinistra rischia un naufragio-bis. Persi Cariboni e Grieco, altri 5 in bilico

La maggioranza di centrosinistra rischia un naufragio bis - sul modello di quanto avvenuto per la delibera Acsm Agam-A2A - nella vicenda dei posti moto di via Rubini. Un drappello non indifferente di consiglieri di maggioranza, infatti, sarebbe...

Malumori forti per la gestione politica della vicenda albergano anche in altri due consiglieri comunali del Pd, che pure hanno firmato l'ordine del giorno a cui hanno lavorato Luppi e Daniela Gerosa. Si tratta di Gioacchino Favara, che difficilmente boccerà la proposta di eliminazione dei posti moto proveniente dall'opposizione e da Vito De Feudis, su una linea molto simile. Persino un passo più in là si è spinto un quarto consigliere comunale del Pd, ossia Guido Rovi. Il quale ha affidato a Facebook la propria posizione, con una chiara apertura anche al documento dei gruppi di minoranza: "Come ho sottoscritto l'odg della maggioranza credo che vada considerato nel merito anche quello dell'opposizione, in questo caso opposta non tanto alla maggioranza politica ma ad una soluzione tecnica che risulta essere invece un problema". Insomma, non un appoggio politico all'opposizione ma una evidente contestazione alla trovata delle due file di posti moto contro cui hanno già firmato oltre 200 residenti e protestato decine e decine di automobilisti.

Addirittura surreale il rapporto Pd-Paco Sel. Il movimento di cui fanno parte i consiglieri Luigino Nessi (capogruppo) e Celeste Grossi nel pomeriggio di ieri non è nemmeno stato consultato dai dem per una possibile condivisione del pur generico ordine del giorno finalizzato a "risolvere le criticità". I due consiglieri si sono dunque trovati il documento sostanzialmente preconfezionato in aula, tanto che non lo hanno siglato. E Nessi oggi esprime le perplessità per l'atteggiamento del Pd: "L'ordine del giorno della maggioranza? Noi non ne sapevamo nulla, l'abbiamo appreso in serata. Nel pomeriggio, quando se ne sono poste le basi, a noi nessuno ha detto nulla. Non abbiamo ancora deciso come voteremo e non firmeremo quello delle opposizioni. Però dobbiamo confrontarci su come esprimerci in consiglio, anche se di sicuro non apprezziamo né la soluzione adottata in via Rubini né la mancanza di dialogo tenuta con i residenti, che secondo noi andavano ascoltati".

Questo, insomma, è il clima nel centrosinistra di Palazzo Cernezzi. Dove lo spettro chiamato "Acsm Agam" ha ripreso ad aleggiare con vigore.
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