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Cronaca

Variante Tremezzina, scontro totale. Dotti chiede a Renzi la rimozione della Soprintendente

Una lettera durissima inviata nientemeno che al premier Matteo Renzi, oltre che ai ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e ai Beni Culturali Dario Franceschini, per chiedere il commissariamento totale della Soprintendenza ai Beni...

Una lettera durissima inviata nientemeno che al premier Matteo Renzi, oltre che ai ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e ai Beni Culturali Dario Franceschini, per chiedere il commissariamento totale della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici della Lombardia e in particolare della funzionaria, Valentina Minosi. A prodursi nell'iniziativa in solitaria, con l'obiettivo di sbloccare la Variante della Tremezzina che ora - proprio per i pareri negativi della soprintendente è in attesa di giudizio decisivo del governo - è il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Francesco Dotti, che ha messo nero su bianco la missiva il 10 novembre scorso. Nei fatti, dichiarando aperto in via ufficiale uno scontro istituzionale a tutto tondo.

tremezzina-svincolo-colonno-2La prima parte della lettera è sostanzialmente riassuntiva dello situazione a oggi, con un piccolo giallo sulle cifre: oltre ai 220 milioni su 330 necessari garantiti all'opera dal governo, Dotti parla soltanto di "un milione e 200mila euro" messi sulla Variante dalla Regione, quando si è sempre parlato di 21. Poi la prima sottolineatura polemica quando il consigliere regionale evidenzia che "il progetto (dopo l'ok con prescrizioni del Pirellone in sede di Via ndr) veniva bloccato dal parere negativo dell'architetto Valentina Minosi, funzionario presso la Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, opponendo questioni di impatto ambientale". Da qui, come noto, il progetto della variante è finito a Roma per la "sentenza" finale.

tremezzina-torre-spurano-2"Ritengo - attacca però Dotti - che non si possa sottovalutare con tanta facilità l'elevato costo che verrebbe addossato alla collettività in conseguenza del blocco imposto dalla Soprintendenza a un'opera così importante, senza contare l'inevitabile aumento di tensione sul territorio". Poi, ecco l'affondo vero e proprio: "Mi preme evidenziare come già in passato siano state numerosissime le segnalazioni sia di enti pubblici, sia di privati che lamentavano il comportamento censorio e assolutistico, oltre all'eccessiva discrezionalità, dell'architetto Minosi. Alcuni pareri negativi dati dall'architetto Minosi - prosegue nell'attacco frontale - che ignoravano i pareri delle Commissioni Paesaggio nonché delle disposizioni urbanistico-ambientali dei Piani di governo vigenti, sono attualmente al vaglio del Tar Lombardia".

Matteo Renzi a Como (fotogallery by Fabrizio Comerio)Ecco dunque il finale, con la richiesta "al presidente del Consiglio nonché ai ministeri competenti, di voler intervenire personalmente a dirimere la questione, facendosi portavoce della necessità dell'opera per migliaia di cittadini". Ma non è finita, poiché il consigliere regionale si spinge fino a chiedere "che l'architetto Valentina Minosi venga richiamata al rispetto del proprio ruolo di funzionario dello Stato, anziché paladina di interessi particolari, in un'ottica di leale collaborazione con gli enti territoriali coinvolti, anche disponendo lo spostamento ad altra mansione della stessa, sulla base della già decretata necessità di riorganizzare gli uffici. Da ultimo, si auspica un ritorno di detta competenza decisionale, oggi nelle mani di un'unica persona, in capo alla Regione".

Insomma, Dotti chiede letteralmente e brutalmente, "la testa" della soprintendente lombarda. Un atto fortissimo e fortemente politico che rischia - comunque vada - di innescare uno scontro istituzionale tra il Lario e la Soprintendenza senza precedenti.

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