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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Tornata dal Burkina Faso dopo il golpe: "Contenta di essere stata lì in quei giorni"

“Nei giorni più caldi ci ha chiamati l’unità di crisi della Farnesina per dirci come muoverci. Io e gli altri volontari comaschi eravamo nel Sud del Paese rinchiusi in un albergo ma i Burkinabè hanno fatto di tutto per proteggerci: non ci siamo...

“Nei giorni più caldi ci ha chiamati l’unità di crisi della Farnesina per dirci come muoverci. Io e gli altri volontari comaschi eravamo nel Sud del Paese rinchiusi in un albergo ma i Burkinabè hanno fatto di tutto per proteggerci: non ci siamo mai sentiti realmente in pericolo”. A parlare è Olivia Piro, la volontaria comasca che era in Burkina Faso con altri sei comaschi quando sono scoppiate le rivolte nel Paese. La volontaria si è raccontata a QuiComoLive dove è stata intervistata da Davide Cantoni (rivedi la puntata).

Anima e volto della cooperazione internazionale a Como, fondatrice nel ’97 dell’associazione Il Sole. Piro ora si occupa dell’associazione Kibarè che opera esclusivamente in Burkina Faso dove negli ultimi vent’anni sono stati promossi numerosi progetti finalizzati al sostegno del diritto dei minori alla famiglia, alla salute, all’istruzione, acquisendo un’approfondita conoscenza della realtà del Paese e rapporti di collaborazione e fiducia reciproca con le autorità locali.

Il Burkina Faso è nel cuore di Olivia Piro dove arrivò per la prima volta nel 1996. “Speravo di trovarmi lì quando fosse stata riscritta la storia del Paese – ha confidato Olivia – con me era c’era anche una coppia comasca che doveva adottare un bambino bukinabè. Proprio per l'associazione Kibarè mi trovavo lì, per visitare tutti i bambini che hanno un’adozione a distanza e per seguire un progetto che l’associazione ha avviato e che riguarda una scuola integrata anche per bambini disabili – ha spiegato Piro – Dopo due giorni sono iniziate le manifestazioni di protesta contro il presidente Compaoré”.

La situazione in Burkina Faso è precipitata quando la protesta popolare contro una modifica costituzionale che avrebbe permesso allo storico presidente Blaise Compaoré di ricandidarsi, e di ottenere una carica a vita, è sfociata in un golpe militare. Il presidente era al governo del Paese africano dal 1987 in seguito a un altro colpo di stato che portò all’uccisione di Thomas Sankarà, “il Che Guevara africano”.

Il Paese, come ha raccontato la volontaria comasca, è poi precipitato nel caos: i voli aerei sono stati cancellati e nella capitale Ouagadougou continuano a esserci violenti scontri al grido di “Compaoré è come l’ebola”.

Circa 200 erano gli italiani che in quei giorni concitati aspettavano di sapere come muoversi dalla Farnesina e da Alfonso Di Riso, ambasciatore italiano in Costa D’Avorio (sede diplomatica competente sul Burkina Faso).

Ora che è tornata a casa Olivia Piro continua a pensare alla sua Africa e alla sua associazione: sono circa un centinaio i bambini che hanno bisogno di un’adozione a distanza che può essere fatta con un contributo di circa 300 euro all’anno.

L’associazione Kibarè, grazie anche al sogno di un maestro Burkinabè in pensione, sta realizzando il progetto di costruire una scuola primaria che possa accogliere 100 bambini anche disabili. “Ora abbiamo bisogno di persone disposte ad andare in Burkina Faso per formare gli insegnanti che staranno a contatto con questi bambini che hanno delle disabilità anche mentali – ha sottolineato la volontaria comasca – il sogno e la nostra ambizione è che ogni bambino possa avere un percorso individuale. Questi bambini sono il futuro di questo Paese”

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