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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tavolo competitività: Taborelli dà il benservito a Frangi. Arriva Polacchini (Asf), ira Cgil

Riunione del Tavolo della competitività con colpo di scena finale, questa mattina, alla Villa del Grumello che ospita l'organismo formato da enti, associazioni, politici e forze economiche del territorio. La riunione - almeno stando all'ordine del...

Riunione del Tavolo della competitività con colpo di scena finale, questa mattina, alla Villa del Grumello che ospita l'organismo formato da enti, associazioni, politici e forze economiche del territorio. La riunione - almeno stando all'ordine del giorno - era incentrata su due temi: l'iter della Variante della Tremezzina e, in maniera molto generale, l'Expo in arrivo. Ma se sugli argomenti calendarizzati in realtà non è emerso pressoché nulla di nuovo, il vero colpo di teatro l'ha regalato il presidente della Camera di Commercio, Ambrogio Taborelli, ente a cui spetta l'indicazione del coordinatore del Tavolo.

Ebbene, a riunione pressoché finita - e decisamente a sorpresa, secondo quanto riferito da più di un presente - Taborelli ha comunicato che era ora di cambiare il vertice dell'organismo. E così, dopo aver fatto condurre i lavori fino a quel momento a Mauro Frangi, nominato a suo tempo dal predecessore di Taborelli in via Parini, Paolo De Santis, il presidente della Camera di Commercio ha comunicato che da quel momento in avanti la referente sarebbe stata Annarita Polacchini, amministratore delegato di Asf Autolinee. Una mossa a sorpresa che ha spiazzato più di un presente, anche perché l'annuncio - per forma e "contenuto" - non era atteso oggi e in quel modo. Eppure, così, in pochi secondi, Taborelli ha liquidato il presidente di Confcooperative e presidente della neonata Fondazione Alessandro Volta e ha lasciato le redini del Tavolo alla Polacchini. Reazioni? Quelle dei diretti interessati forse arriveranno o andranno cercate.

Di sicuro, però, chi più di tutti è letteralmente balzato sulla sedia una volta messo di fronte alla scelta è stato il segretario provinciale della Cgil, Alessandro Tarpini. Il quale pare non aver gradito né il metodo della comunicazione, denunciando l'assoluta mancanza di condivisione con anche gli altri presenti nei giorni precedenti la riunione, e poi ha rimarcato la "stranezza" che a gestire un organismo territoriale di coordinamento vi sia una figura manageriale espressione di un'azienda privata (benché controllata al 51% dalla pubblica Spt Spa). Dal punto di vista di Tarpini, obiezioni comprensibili anche perché il sindacato e la stessa manager di Asf sovente hanno avuto confronti, anche duri, sulla gestione dell'azienda e del personale.

Ad ogni modo, le rimostranze della Cgil non sembrano destinate a produrre alcun risultato concreto se non quello di riempire i verbali dell'assemblea di stamane.

Ma come mai a Frangi è stato dato un beneservito così brutale? Taborelli ha motivato ufficialmente la sostituzione con la fisiologica necessità, periodicamente, di cambiare il coordinatore del Tavolo. Ma, scavando un po', non è difficile immaginare che abbia avuto un peso anche la "guerra fredda" tra Taborelli e Frangi ai tempi dell'individuazione del successore di De Santis in Camera di Commercio. La presidenza, infatti, era un obiettivo nemmeno troppo velato del presidente di Confcooperative, che invece si è scontrato con la discesa in campo - poi vincente - dell'industriale tessile. Da allora, Frangi ha rifiutato anche qualsiasi ipotesi di entrare nella giunta della Camera di Commercio, rimanendo unicamente in consiglio. E (anche) da quello strappo, forse, ha avuto origine anche quello di poche ore fa.

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