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Cronaca

Sulla facciata bicolore dello stadio Sinigaglia, i volontari proclamano lo "stato indipendente"

Articolo "difficile", questo sui volontari di "Per Como Pulita" e sul loro ultimo intervento sulla facciata dello stadio. Quindi partiamo dalle probabili obiezioni di carattere generale che arriveranno, paradossalmente persino condivisibili...

Articolo "difficile", questo sui volontari di "Per Como Pulita" e sul loro ultimo intervento sulla facciata dello stadio. Quindi partiamo dalle probabili obiezioni di carattere generale che arriveranno, paradossalmente persino condivisibili sulla fiducia. La prima obiezione: sempre meglio alcuni rappezzi di tonalità e colore diversi dagli originali, rispetto agli scarabocchi in bella vista dei vandali (visibili in una delle foto in alto). Opinabile, ma possibile. La seconda: è risibile occuparsi di alcune macchie colorate sulla facciata monumentale (e vincolata) dello Stadio Sinigaglia, quando il resto dell'impianto - con la complicità di una Soprintendenza, diciamo così, evanescente da decenni - è stato ridotto a una sorta di Frankenstein in cemento e metallo, con l'ultimo osceno ghirigoro della rete metallica che trancia in due i giardini a lago. La terza: non si può non tenere conto dello spirito genuinamente civico, per il "bene di Como", dei volontari dell'associazione "Per Como pulita".

Come si accennava, tre argomentazioni che - in tutto o in parte, anche minima - hanno fondamenti di verità, per di più nell'ambito di un tema come quello dei vandalismi sui monumenti razionalisti che lo scorso weekend è tornato prepotentemente all'attenzione della città e che oggi - sulla facciata del Novocomum - mostra ancora le ferite. Ma se diamo per buone le ipotetiche premesse appena citate, non si può poi bendarsi voltando le spalle ad altre argomentazioni nell'affrontare l'ultimo - l'ennesimo - intervento dei volontari di "Como pulita" su quello che - pur ridotto a mostro all'80% - è pur sempre un monumento razionalista. Cioè, torniamo daccapo, sulla facciata del Sinigaglia. Che, come si diceva, oggi si presenta forse un po' meglio di prima, quando era scarabocchiata da pennarelli e bombolette, ma che comunque è stata rappezzata (pur volonterosamente, in senso letterale) con varie toppe copritive di colore diverso dall'originale. Cosa peraltro trascurabile, questa, al di là della mera cronaca specifica, perché anche se la parete fosse stato ritinteggiata in maniera perfettamente conforme all'originale, il problema di fondo - che è quello che interessa qui - sarebbe rimasto immutato.

stadio-2ott15-1A oggi, infatti, la convenzione originaria tra Comune di Como e associazione "Como pulita" è scaduta all'inizio di settembre. La giunta, un paio di sedute fa, ha approvato un indirizzo contenente un parere favorevole al rinnovo, ma materialmente questo passaggio non è ancora avvenuto perché per annettervi un contributo economico bisognerà attendere la variazione del bilancio comunale. Ma anche se lo step fosse avvenuto, nella convenzione - come è sempre stato - sarebbe ancora contenuto il divieto assoluto di toccare qualsivoglia monumento della città. E comunque, prima di ogni intervento (non solo sui monumenti), i volontari dovrebbero informare Palazzo Cernezzi circa luogo e modalità d'azione prescelti. E' avvenuto tutto questo per l'ultimo intervento sulla facciata del Sinigaglia, bene malridotto ma vincolato e comunque escluso tassativamente dal campo d'azione di Como Pulita? No, non è avvenuto. E non soltanto i volontari non sarebbero potuti intervenire sul Sinigaglia - specialmente nella sua unica zona di pregio monumentale ancora conservata discretamente -, poiché risulta che gli uffici comunali competenti per la questione non siano stati minimamente informati.

stadio-2ott15-4Cosa significa tutto questo? Significa che, dando per certo l'obiettivo sincero di migliorare e rendere più bella la città di Como, oggi "Per Como Pulita" è un'associazione che ritiene di essere al di sopra, o come minimo al di fuori, da alcune regole basilari, e per di più scritte, che pure ha condiviso con l'amministrazione e che comunque dovrebbe rispettare come dovrebbero fare tutti i cittadini o le associazioni di Como. Questo, invece - a dispetto di avvisi, polemiche e confronti recenti anche duri con il Comune (qui un esempio) - non è accaduto in passato e continua a non accadere, attraverso una sorta di autoproclamazione dei volontari a tutori - secondo propri e autonomi canoni estetici, operativi, discrezionali - del "bene comune", intervenendo dove, come e quando credono. Anche dove non possono, come accaduto per lo stadio e in passato, per esempio, per il Monumento ai Caduti. Una situazione che, pur comprendendo lo spirito civico, non è accettabile perché potenzialmente in grado di legittimare chiunque intenda mettere in campo modalità di azione simili, avvalorando inoltre la complicità dell'amministrazione sotto il cappello della buona fede. Una prospettiva - chi scrive lo dice pur sapendo di sfidare l'enorme consenso popolare che circonda "Per Como pulita" - che non può essere in alcun modo giustificata né avallata ulteriormente.

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