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Cronaca

"Sul lungolago opere difformi e senza autorizzazioni". Le accuse della Provincia al Comune

L'esito del sopralluogo dei tecnici della Provincia sul cantiere delle paratie ha letteralmente fatto infuriare il sindaco di Como, Mario Lucini, e i tecnici di Palazzo Cernezzi. Non per niente, il primo cittadino, una volta appreso addirittura...

L'esito del sopralluogo dei tecnici della Provincia sul cantiere delle paratie ha letteralmente fatto infuriare il sindaco di Como, Mario Lucini, e i tecnici di Palazzo Cernezzi. Non per niente, il primo cittadino, una volta appreso addirittura l'avvio di un procedimento sanzionatorio da parte di Villa Saporiti, ha affermato che "il contenuto è sconcertante, visto che mette in discussione i pareri a suo tempo rilasciati dalla stessa Provincia (peraltro quando dirigente era Giuseppe Cosenza, ora a capo dell'Urbanistica in Comune ndr) e fa riferimento ad una situazione di cantiere in cui gli ultimi lavori eseguiti risalgono al gennaio 2011. Risponderemo alle contestazioni e valuteremo eventuali azioni". Ma quali sono i rilievi così stroncati da Lucini? Diversi, taluni effettivamente poco comprensibili e altri più pesanti. Tutti, comunque, volti ad accertare l'effettiva conformità rispetto ai progetti su carta delle opere realizzate sul lungolago a partire dall'avvio dei lavori e fino allo stop formale del dicembre 2012. Tenendo presente, inoltre, il vincolo paesaggistico che grava e ovviamente gravava sull'intera zona.

paratie-19feb16-3Ebbene, nella relazione trasmessa il 21 marzo scorso dal responsabile dell'Ufficio Territorio di Villa Saporiti, si legge innanzitutto che "le palancole posizionate vicino al molo di Sant'Agostino definiscono una forma curvilinea non prevista da quanto autorizzato"; poi viene evidenziato che "nel tratto adiacente il ponte di collegamento stradale alla darsena del Vescovo si riscontra una difformità in relazione alla tipologia di pavimentazione del marciapiede utilizzata, granito anziché calcestruzzo"; "in adiacenza alla scala di piazza Cavour (lato verso i Giardini di Ponente) risulta un riempimento difforme da quanto autorizzato (in quel punto il progetto prevede la ricollocazione dei gradini della scala a lago di piazza Cavour)".

PParatie non ancora finite e già le piastrelle cadono a pezzioi si passa al capitolo specifico della cosiddetta "scala a ventaglio", quella che da anni ormai sta sprofondando verso il fondale del lago sempre nella zona verso i giardini a lago della passeggiata "Amici di Como". "Mancano due gradini - si legge nella relazione della Provincia, riferita probabilmente al corpo centrale del manufatto - Il progetto prevedeva infatti la realizzazione di una scala con 9 gradini, l'ultimo dei quali adiacente alla palancola strutturale. Il manufatto realizzato ha due gradini in meno"; "nel progetto l'inclinazione della scala e le modalità di realizzazione ne rendevano il disegno complessivo tale da essere percepito come uno scivolo ("randa"). Quanto realizzato differisce in relazione al fatto che il cordolo di delimitazione sottolinea un'alzata percepibile"; "le palancole sono posate in modo difforme da quanto previsto perché il raccordo con il muro è stato realizzato con andamento curvo". Va sottolineato che a Palazzo Cernezzi molte di queste contestazioni vengono non soltanto ritenute assurde ma persino giudicate errate in molti presupposti, a partire dal fatto che sono state valutate opere in gran parte non finite.

paratie2Un secondo corposo capitolo della relazione riguarda invece opere che - almeno secondo i tecnici di Villa Saporiti - non risulterebbero soltanto difformi ma addirittura prive di autorizzazioni preventive. "In relazione alle palancole antiscalzamento della scala a ventaglio e delle scalette laterali - prosegue il documento spedito in Comune e in Procura - è presumibile, secondo quanto dichiarato nelle relazioni di progetto, che siano state realizzate prima del rilascio dell'autorizzazione che contiene l'autorizzazione (datata 22 dicembre 2008); "in riferimento ai pali di fondazione della vasca B è presumbile, secondo quanto dichiarato nelle relazioni di progetto, che tali interventi siano stati realizzati antecedentemente alla richiesta di modifica". A questo punto, ecco il passaggio più forte e potenzialmente pericoloso perché - se riscontrato - potrebbe mettere in dubbio alla radice i permessi originari per realizzare molte opere sul lungolago poiché si sostiene che "in ordine ai due rilievi appena esposti sembra emergere un possibile vizio dell'autorizzazione a suo tempo rilasciata in ordine alla cui sussistenza ed eventuali conseguenze la Provincia si riserva fin d'ora, esperita l'istruttoria, di assumere i provvedimenti di competenza, verificati quanto sopra e l'esistenza dei presupposti di legge".

barca-abusiva-cantiere-paratieMa non solo, perché nel mirino finiscono pure presunte opere contenute in realtà nella terza perizia di variante (quella messa a punto a partire dal 2012 e bocciata da Anac, ndr), tanto che Villa Saporiti sostiene che "in zona molo di Sant'Agostino l'intervento di risagomatura con ampliamento del terrapieno esistente, proposto nel progetto della terza perizia di variante, risulta già parzialmente realizzato in relazione alle palancole segnalate come difformi", aggiungendo anche che "in zona piazza Cavour l'intervento di riconfigurazione della sponda, consistente nella realizzazione di un terrapieno che per sviluppo e forma richiama i moli di ingresso dell'antico porto, proposto nel progetto della terza perizia di variante, è già stato parzialmente realizzato in quanto è presente un'area delimitata da palancole e riempita con materiale che risulta difforme in quanto non autorizzata alla data della seconda perizia di variante".

Villa SaporitiTutte cose per cui "i manufatti realizzati nelle aree soggette a vincolo in difformità dalla prescritta autorizzazione paesaggistica devono essere rimessi in pristino"; e da cui discende l'avvio del procedimento sanzionatorio a carico del Comune (che potrà presentare controdeduzioni entro 15 giorni) e la verifica dell'esistenza di vizi delle autorizzazioni a suo tempo rilasciate e, in caso di esito positivo, la sussistenza dei presupposti per l'emanazione di provvedimenti consequenziali nei modi e nelle forme di legge".

Insomma, da un lato lo spettro di un colpo letale per il cantiere tra ipotesi di opere abusive, senza autorizzazioni e difformi dal progetto; dall'altro il Comune assolutamente convinto di poter respingere pressoché totalmente le accuse, facendole finire nel nulla. Di sicuro, uno scontro istituzionale Villa Saporiti-Palazzo Cernezzi - con Anac e Procura sempre sullo sfondo - che rende ancora più avvelenata la "polpetta" del lungolago.

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