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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Erba

Strage di Erba, nuovi elementi: depositati gli atti per riaprire il caso

Nuove intercettazioni e testimonianze

Il sostituto Pg di Milano Cuno Tarfusser, come riferito da Ansa, ha depositato al procuratore generale Francesca Nanni e all'avvocato generale Lucilla Tontodonati una relazione, redatta sulla scia di nuovi elementi presentati dalla difesa, per l'eventuale riapertura del caso sulla strage di Erba.

Per la strage di Erba sono stati condannati in via definitiva Rosa Bazzi e Olindo Romano, i vicini di casa delle vittime: Raffaella Castagna, Youssef Marzouk di soli 2 anni, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

Sarà quindi il procuratore generale Nanni insieme all'avvocato Tontodonati a dover prendere la decisione se accettare l'istanza di revisione che gli avvocati difensori di Bazzi e Romano sono in procinto di presentare a Brescia. 

Secondo la difesa ci sarebbero nuove intercettazioni e testimonianze, inedite, che consentirebbero la riapertura del processo. 

La strage di Erba 

Era l'11 dicembre del 2006 quando a Erba venne commessa la strage e da allora il nome della città in provincia di Como, nonostante i molti anni passati è rimasta indelebilmente legata a questo fatto di cronaca nera. Una storia che tutti conosciamo bene, un delitto orrendo dove hanno perso la vita  Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie a una malformazione congenita che impedì al coltello di recidere la carotide. Olindo Romano e Rosa Bazzi, ritenuti i responsabili della strage, vennero fermati l'8 gennaio 2007 e arrestati dopo meno di 24 ore e un estenuante interrogatorio. Olindo è tornato recentemente a parlare dal carcere di Opera, dove sta scontando la sua pena, dopo 16 anni dall'arresto. Anche se inizialmente avevano confessato, Bazzi e Romano da anni si dichiarano innocenti. 

La difesa mediatica

Anche il programma di Italia 1 Le Iene, in una puntata dal titolo forte, "Scommettiamo che Rosa e Olindo sono innocenti?", ha messo in dubbio tre "pilastri" accusatori: il riconoscimento dell'unico testimone oculare, il ritrovamento di una macchia di sangue e le due prime confessioni.  

Per Le Iene ci sono troppi errori nelle confessioni - poi ritrattate - di entrambi, così come nelle indagini, e anche Frigerio sarebbe stato imboccato nell'interrogatorio: il nome di Olindo lo ha fatto solo in un secondo momento, dopo averlo sentito dal carabiniere. Tutte ipotesi, però, che nei vari processi non sono mai state avallate. Le versioni di Rosa Bazzi e Olindo Romano secondo Le Iene coincidono: si sono presi la colpa perché incalzati dagli inquirenti, convinti che ormai sarebbero stati condannati e sperando così di ottenere agevolazioni, in primis quella di restare insieme. Una versione parsa sempre fragilissima.

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