Stop al punto unico di cottura in via Isonzo, costa mezzo milione in più. Lucini: "Mancano i fondi"
L'indiscrezione pubblicata ieri in anteprima con questo articolo si è rivelata esatta: il progetto del Comune di Como di realizzare un centro unico di cottura dei pasti scolastici nella scuola di via Isonzo, con contestuale trasferimento degli...
L'indiscrezione pubblicata ieri in anteprima con questo articolo si è rivelata esatta: il progetto del Comune di Como di realizzare un centro unico di cottura dei pasti scolastici nella scuola di via Isonzo, con contestuale trasferimento degli alunni da settembre 2016, slitta a data da destinarsi. L'operazione sicuramente non si farà il prossimo anno e dunque il servizio di trasporto dei pasti da Prestino non prenderà il via a gennaio 2017. Il che significa che la scuola primaria di via Isonzo anche l'anno prossimo continuerà le attività normalmente, così come la secondaria di primo grado in via Picchi che comunque potrebbe vedere realizzati i lavori di ristrutturazione nell'estate 2016 (salvo ulteriori imprevisti, naturalmente).
Le conferme sono arrivate direttamente dal sindaco Mario Lucini nella conferenza stampa di fine anno, assenti gli assessori direttamente interessati ossia Silvia Magni (vicesindaco e delega alle Politiche scolastiche) e Daniela Gerosa (Opera pubbliche).

Per il futuro, il primo cittadino ha ribadito che "l'idea e la volontà di arrivare a un centro unico di cottura, che già erano chiaramente prefigurate dal bilancio preventivo 2015 (anche sei i fondi previsti per il 2016 sono stati spostati al 2015 in fretta e furia con l'assestamento di bilancio del 30 novembre scorso, ndr) rimangono gli stessi. Ora però avremo il tempo se dovessero emergere altre soluzioni rispetto a quelle ipotizzate finora, pur continuando sulla linea generale già indicata". Insomma, la volontà dell'amministrazione di arrivare a un centro unico di cottura resta, ma ora potrebbe (almeno in ipotesi) cambiare localizzazione in una struttura comunale (strada difficile) o magari puntare verso una struttura nuova (in astratto, non escludibile il ricorso a un capannone).
Altro tasto dolente, però, resta quello del personale delle mense attuali. Oltre alle 77 cuoche, infatti, finora il servizio di ristorazione scolastica si è avvalso delle ormai celebri 44 figure a tempo determinato di cui 41 non sarebbero state rinnovate con il punto unico anche per dichiarati vincoli di legge. "Intanto fino alla fine di questo anno scolastico resteranno tutti in servizio - ha risposto Lucini - Ma la situazione rimane border line, dunque per il prossimo anno vedremo se sarà possibile un'ulteriore proroga della situazione visto anche il notevole grado di definizione del progetto futuro a cui siamo arrivati o se dovremo ricorrere a un parziale appalto esterno".