Stazione San Giovanni invasa dai disperati. Scontro istituzionale Comune-Prefettura
Questa notte, come una settimana fa, come da mesi a questa parte, l'atrio della Stazione San Giovanni, principale scalo ferroviario del capoluogo, si è trasformato nel solito, enorme dormitorio di fortuna per clochard, senzatetto, disperati...
Questa notte, come una settimana fa, come da mesi a questa parte, l'atrio della Stazione San Giovanni, principale scalo ferroviario del capoluogo, si è trasformato nel solito, enorme dormitorio di fortuna per clochard, senzatetto, disperati per varie cause, profughi non intercettati dalle strutture di accoglienza e carità. Una situazione nota e pubblica da tempo immemore, a cui nessuna istituzione pubblica o privata è finora riuscita a dare risposte né soluzioni e che non sembra granché alleviata neppure dall'apertura del dormitorio invernale pubblico. E se è impossibile, per certi versi, non comprendere l'esigenza di questo disperato popolo della notte che a ogni calar del sole riduce la stazione in una infinita distesa di cartoni, coperte di fortuna, vestiti gettati qua è là, è altresì evidente che la situazione appare ormai fuori da ogni controllo legale, sanitario, di sicurezza (sia per i senzatetto, sia per i viaggiatori che di sera si trovano immersi in una situazione ben più che estrema).
Per la terza volta nel volgere di poche settimane, il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Marco Butti, denuncia la situazione polemizzando apertamente con la Prefettura di Como.