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Cronaca

Squadrone di Multi in Comune: il progetto Ticosa-bis è realtà (ma non è ancora finita)

Ci crediate o no, il progetto della Multi per l'area Ticosa è pronto. Esiste. C'è. E oggi è stato portato in Comune da uno squadrone nero (foto a sinistra), declinazione comasca dei "Men in black" cinematografici, composto da tecnici e...

Ci crediate o no, il progetto della Multi per l'area Ticosa è pronto. Esiste. C'è. E oggi è stato portato in Comune da uno squadrone nero (foto a sinistra), declinazione comasca dei "Men in black" cinematografici, composto da tecnici e rappresentazione dell'azienda che ormai un sacco di anni fa vinse la gara per riqualificare l'area. Stavolta, purtroppo, dettagli molto specifici da offrire ne abbiamo pochi. Ma è un segno buono, in fondo: significa davvero che le carte sono quelle giuste. O almeno quelle necessarie per arrivare sul serio a un sì o un no alla prosecuzione dei rapporti o alla loro rottura (con una specificazione importante: qui si parla degli elaborati progettuali veri e propri, cioè materialmente dove e che cosa la multinazionale ha ipotizzato di mettere sui 4mila metri quadrati un tempo occupati dall'ex tintostamperia demolita nel 2007). I cardini di base, comunque, dovrebbero essere rispettati: un contenuto spazio per residenze (150 alloggi per housing sociale con il contributo essenziale della Cassa Depositi e Prestiti), un grande parcheggio, circa 9mila metri quadrati di spazi commerciali, verde pubblico diffuso, un grande parcheggio e una proposta per risolvere il nodo viario tra via Grandi-viale Roosevelt (le più azzardate ipotesi parlavano di un parziale interramento di via Grandi per ricucire l'area Ticosa con via Milano Alta).

bonifica-ticosa-3Ma allora, di fronte a un progetto urbanistico definito - e, pare, molto gradito sul fronte dei contenuti al Comune - si è vicini a una svolta epocale? Al 50%. Ora c'è il vero macigno davanti all'intesa che porterebbe allo sblocco dell'impasse. Ossia gli aspetti legali ed economici che erano contenuti nel bando di gara originario (2006) dai quali Palazzo Cernezzi non può discostarsi in maniera significativa, pena il rischio di ricorsi da parte di terzi. In particolare, delicatissimo rimane il fronte economico. Questo perché Multi - nel rivedere profondamente il progetto originario - negli ultimi mesi ha continuamente ribadito di non essere disposta a versare nelle casse municipali i 15 milioni originariamente pattutiti (l'orientamento della società è dimezzare il versamento). Se non altro - sostengono i privati - perché le eventuali superfici edificate e soprattutto quelle commerciali, in questa nuova versione sono drasticamente calate rispetto alla proposta iniziale.

Di contro, Palazzo Cernezzi vede proprio in questo potenziale mancato introito diretto un pericolo enorme di contestazione, foriero anche di possibili rilievi da parte della Corte dei Conti. Senza dimenticare, peraltro, che Multi e amministrazione sono già in fase di contenzioso legale su numerosi aspetti, per cui l'aspetto per così dire transattivo anche sul pregresso è altro nodo di primaria importanza.

Poi c'è l'altro tema, ossia quello dei documenti tuttora in vigore e approvati da giunta e consiglio comunale. In cui, ancora una volta, figurano cifre e progetti completamente diversi dagli ultimi. E l'adeguamento anche delle "carte" a supporto della nuova intesa non è cosa semplicissima.

Insomma, la strada, oggi, si può dire percorsa a metà. In un prossimo incontro plenario tra sindaco, assessore all'Urbanistica, tecnici comunali e privati si scopriranno tutte le carte. Sarà il giorno del pokerissimo o del grande bluff.

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