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Simone, comasco a pochi metri dall'esplosione nella metro di Bruxelles: "Momenti di terrore"
"Sono stati momenti di terrore". Simone Ceruti può raccontare quasi da testimone oculare la drammatica mattina di Bruxelles, sconvolta dagli attacchi terroristici all'aeroporto e in metropolitana. Comasco trasferitosi a Bruxelles, dove vive con...
"Sono stati momenti di terrore". Simone Ceruti può raccontare quasi da testimone oculare la drammatica mattina di Bruxelles, sconvolta dagli attacchi terroristici
all'aeroporto e in metropolitana. Comasco trasferitosi a Bruxelles, dove vive con la moglie e i figli, Ceruti al momento delle esplosioni in metropolitana - poco dopo le 9 - si trovava per lavoro in un albergo a non più di 400 metri dal luogo dell'attento che ha mietuto vittime e decine di feriti. E - come vedremo, con un dettaglio da brividi - sarebbe potuto arrivare lì proprio passando dalla fermata attaccata dai terroristi. "L'hotel è nel cuore del quartiere europeo, praticamente a metà strada tra il Parlamento europeo e la Commissione europea, proprio nel quartiere di Maelbeek - racconta - Ero lì per una importante riunione di lavoro, quando all'improvviso abbiamo sentito un gran trambusto e tutti i sistemi di allarme e sicurezza dell'albergo sono scattati, anche perché era già arrivata la notizia dell'esplosione all'aeroporto (avvenuto attorno alle 8, ndr). A quel punto siamo stati tutti bloccati all'interno dell'hotel, con il divieto di uscire". Erano i tragici momenti in cui alla vicinissima fermata del metrò di Maelbeek esplodeva l'ordigno che ha seminato morte e terrore tra i passeggeri."Dall'hotel abbiamo visto la polizia arrivare e anche un mezzo militare - continua Simone Ceruti, manager della Danone, da 4 anni trasferitosi dal Lario a Bruxelles - La zona era completamente blindata e da quel momento anche i cellulari hanno cominciato a non funzionare più".
Impressionante, però, un dettaglio svelato da Ceruti. "Quando è stato arrestato Salah Abdeslam - rivela - ho subito pensato che qui avremmo finito di stare bene. E quel giorno dissi a mia moglie che non avrei più preso la metropolitana per un po', perché era chiaro che c'era da attendersi una risposta dei terroristi. Oggi è arrivata e io avrei potuto tranquillamente prendere la metropolitana per andare al lavoro scendendo proprio nella fermata colpita o in quella vicina".