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Como, assessore Cenetiempo sfiduciato: in consiglio non c'è più una maggioranza

L'assessore al Patrimonio del Comune di Como, Enrico Cenetiempo, è stato sfiduciato. La mozione di sfiducia presentata da Donato Supino (Prc) è stata approvata con 18 voti a favore e 3 contrari e una scheda bianca. Dei 40 consiglieri presenti solo...

L'assessore al Patrimonio del Comune di Como, Enrico Cenetiempo, è stato sfiduciato. La mozione di sfiducia presentata da Donato Supino (Prc) è stata approvata con 18 voti a favore e 3 contrari e una scheda bianca. Dei 40 consiglieri presenti solo 22 sono rimasti in aula per la discussione della sfiducia. La maggioranza (Pdl e Lega) ha tentato il blitz uscendo dall'aula, forse nella speranza che mancasse il numero legale e che quindi la mozione a Cenetiempo e quella all'assessore al Commercio, Etta Sosio, non venissero discusse. Tutto inutile. In 14 dell'opposizione, più Emanuele Lionetti, Arturo Arcellaschi, Piercarlo Frigerio, e Massimo Serrentino (tutti del gruppo Forza Como Autonomia Liberale) più Pasquale Buono, Mario Pastore (Fli) e Carlo Ghirri, sono rimasti in aula per votare le due sfiducie. Una chiara dimostrazione del fatto che il sindaco Stefano Bruni (anche lui si è alzato ed è uscito dall'aula) non gode più di una maggioranza.

Cenetiempo sfiduciato - A presentare la sfiducia contro Cenetiempo è stato Supino che nel vedere tutti gli assenti del Pdl ha deposto un coniglio di cioccolato bianco sul banco di Claudio Corengia (capogruppo del Pdl). Un gesto simbolico per evidenziare la "codardia politica" di tutto il Pdl.

Ovviamente Supino era preparato a questa situazione, infatti, già nel pomeriggio si era diffusa la voce che il Pdl avrebbe disertato la seduta. Supino ha contestato a Cenetiempo responsabilità nella cattiva gestione del patrimonio comunale che hanno portato allo scandalo dei canoni e degli affitti di box e residenze a prezzi stracciati per talune persone, come ad esempio alcuni dirigenti. Non solo: Supino ha lamentato una careza di trasparenza da parte del settore Patrimonio.

La Sosio salvata - La mozione di sfiducia all'assessore Sosio, presentata da Luigi Bottone (Pid), ha avuto esito ben diverso.

Con 10 voti a favore della sfiducia, 10 contrari, 2 schede bianche e una scheda nulla, la Sosio si è salvata dalla sfiducia. Numerose le motivazioni della sfiducia elencate da Bottone, dallo scandalo dei chioschi (concessioni scadute e mai rinnovate, sebbene protratte per anni) al flop dell'apertura serale dei negozi del centro.

Scontro tra Arcellaschi e Pastore - Al momento del voto sulla sfiducia a Cenetiempo, avvenuto, come da regolamento, a scrutinio segreto, il consigliere Arcellaschi (nominato scrutatore) ha avuto un accesso di ira ed ha inveito pesantemente contro Mario Pastore, accusandolo di avere ostentato la sua scheda bianca, probabilmente per dimostrare a Cenetiempo il suo voto. Nell'ira Arcellashi ha preso a botte l'urna di vetro in cui andavano inserite le schede e ha frantumato un vetro.

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