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Cronaca

Sfiducia a Lucini, le 13 firme (con Favara e Cariboni). Marzorati non sigla: "Ma la voterò"

Come annunciato, 13 consiglieri comunali di Como hanno firmato questa sera la mozione di sfiducia contro il sindaco Mario Lucini. Le 13 firme sono state apposte nell'ufficio del consigliere Alessandro Rapinese in via Volta a Como. Presenti...

Come annunciato, 13 consiglieri comunali di Como hanno firmato questa sera la mozione di sfiducia contro il sindaco Mario Lucini. Le 13 firme sono state apposte nell'ufficio del consigliere Alessandro Rapinese in via Volta a Como. Presenti fisicamente oltre al capogruppo di Adesso Como: Ada Mantovani dello stesso gruppo, Luca Ceruti (Cinque Stelle), Marco Butti (Fratelli d'Italia), Anna Veronelli (Forza Italia), Giampiero Ajani (Lega Nord), Francesco Scopelliti (Azione Nazionale), Laura Bordoli (Ncd). Come previsto, hanno siglato la sfiducia al sindaco anche Gioacchino Favara del Pd ("La gravità dei fatti imponeva un gesto forte innanzitutto per mandare via il sindaco ma anche per il ricambio totale del gruppo dirigente del mio partito, che voglio salvare dal disastro") ed Eva Cariboni che ha lasciato la maggioranza soltanto pochi giorni fa. Hanno comunque già garantito al 100% la firma: Sergio Gaddi (Forza Italia), Enrico Cenetiempo (Gruppo Misto) e Diego Peverelli (Lega Nord).

marzorati-roberta-26gen15Unica defezione tra i gruppi di minoranza - sicuramente a livello di firma, non è chiaro se anche come sostegno politico - Roberta Marzorati (Lista per Como), che avrebbe declinato di apporre il proprio nome anche perché fuori città ma che in realtà non sarebbe del tutto convinta di questa azione di forza pur senza escludere un voto favorevole in aula (in realtà, come si può leggere nei commenti sotto all'articolo, Roberta Marzorati ha comunicato che voterà la sfiducia, ndr).

Dunque, i nomi sicuri sono 14, contando Roberta Marzorati. Ne servono 17 per la sicurezza totale, nel caso di assemblea a ranghi completi (32 consiglieri più il sindaco). Tre nomi da reperire - tutti tra i banchi della maggioranza - sono tutt'altro che pochi, soprattutto per un atto che nel caso di approvazione decreterebbe l'immediata fine del mandato. Tra i nomi più "corteggiati" dal fronte anti Lucini c'è sicuramente il Pd Raffaele Grieco, da mesi ormai in rotta con il partito ma che al momento di firmare anch'egli il documento non se l'è sentita. Ci sono poi i due consiglieri di Paco Sel, Luigino Nessi e Celeste Grossi, che per esempio sulla vicenda Acsm Agam non ebbero tentennamenti nel votare contro la delibera per la vendita delle azioni, ma che ora si trovano davanti all'ipotesi di collaborare ad "abbattere" la prima giunta di centrosinistra dopo molti anni (di cui, peraltro, fa parte anche il "loro" assessore Bruno Magatti). Nel caso migliore (e per niente scontato), cioè che alla fine Grieco e il tandem Nessi-Grossi appoggiasse la mozione, il fronte arriverebbe a quota 17. Senza assenze o astensioni, la maggioranza avrebbe comunque un voto in più calcolando anche ovviamente il sindaco Mario Lucini. La partita, dunque, è tutta da giocare ma l'apertura anzitempo delle urne - o comunque l'avvio di un commissariamento - ad oggi restano ancora scenari tutt'altro che scontati.

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