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Cronaca

Scuola, le famiglie al Comune: "Mele, pere e mezza banana non bastano. Serve la merenda da casa"

Quasi come secondo una premonizione, per così dire, l'assessore alle Politiche scolastiche, Silvia Magni, ieri sera in consiglio comunale aveva parzialmente già risposto ad alcune delle contestazioni messe nero su bianco oggi in un lungo documento...

Ciò che i bambini lamentano, dall’inizio di quest’anno scolastico, è invece la quantità del cibo proposto, problema mai rilevato negli anni precedenti. Dal Comune garantiscono di non avere ancora adeguato le grammature alla nuova regolamentazione che verrà messa in atto a partire da gennaio e di conseguenza ci si chiede cosa è cambiato e perché i bambini escono da scuola affamati. Si è notato che vi è stato un indiscutibile adeguamento nella somministrazione della merenda. In alcune scuole primarie, ciò che è considerato da noi merenda di metà mattina, viene distribuito come dopo pasto (a merenda ognuno mangia cose diverse portate da casa). Questo può incidere crediamo in maniera diversa sui bambini che ne usufruiscono come merenda e chi invece lo consuma dopo il pranzo. Aver tolto yogurt, dessert e latte a favore della sola frutta di stagione ha indubbiamente ridotto la varietà di scelta per i bambini. Fatto salvo che si è deciso di distribuire soltanto metà banana (frutto tra i più graditi ai bambini) ciò che resta sono mele e pere che alla lunga stanno stancando i bambini che spesso decidono di saltare lo spuntino di metà mattina arrivando a tavola ancora più affamati. Le famiglie propongono, di poter integrare la merenda, ovviamente seguendo delle regole che non siano in contrapposizione con ciò che è stabilito ma che aiuti a trovare una soluzione dando un po’ più di varietà alla merenda e che, questo spuntino, permetta ai bambini di non arrivare a mensa affamati più del necessario. Altro elemento sparito dalle tavole dei bambini, che lamentano tale mancanza, è il grana tolto fin dall’inizio della scuola. Dopo la segnalazione della referente ci è stato riferito che si è preferito togliere il parmigiano in favore di una dose maggiore d’olio. Non discutiamo la scelta ma il fatto che, a parità di calorie sicuramente il

grana dava maggior sapore e che di conseguenza fosse più gradito il piatto ai bambini. Ora il parmigiano è consentito su minestre e risotti, e non sulla pasta e sinceramente ci sfugge il criterio.

Ci rendiamo conto che la scuola cerca di introdurre nell’ambito delle attività didattiche anche un lavoro sull’educazione alimentare, ma crediamo anche che per prime dovrebbero essere le famiglie ad affrontare tale argomento con i bambini proponendo un’alimentazione variegata e quanto più possibile sana. Detto questo, crediamo che nemmeno lo spreco continuo di alimenti che i bambini si sentono autorizzati a fare a scuola sia un esempio di educazione alimentare… Dovremmo insegnare loro anche a non sprecare e i bambini, soprattutto quelli più grandi, dovrebbero poter dire no ad alcuni alimenti che sanno a priori che non toccheranno nemmeno.

hamburger-genericaLa questione è di difficile soluzione, ma forse ascoltando un po’ di più i bambini si riuscirebbe a trovare un compromesso tra salute e apprezzamento del cibo. Questo non vuol dire cedere ai capricci dando loro solo patatine e hamburger, ma nemmeno presentargli miglio e porri lessi che nemmeno i grandi mangiano.

Infine, le famiglie, si chiedono se, vista la riduzione di cibo che sarà applicata a partire da gennaio 2016 e l’eliminazione di alcuni elementi dalla tavola, sia prevista anche una diminuzione del contributo richiesto alle famiglie per il servizio.

Sicuri che vogliate tenere in considerazione le nostre osservazioni, restiamo in attesa di un Vostro cortese riscontro

Cordiali saluti

I rappresentanti dei genitori della Scuola Primaria C. e G. Venini

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