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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Scossone Pd: lasciano in 6 per seguire Civati. Nasce "Possibile" (senza Rovi e Casartelli)

Era atteso ed è puntualmente arrivato il terremoto interno al Pd comasco in seguito all'addio di Pippo Civati al partito, avvenuto una quindicina di giorni fa. In un solo colpo - dopo il primo "strappo" clamoroso di Paolo Sinigaglia (nella foto)...

Era atteso ed è puntualmente arrivato il terremoto interno al Pd comasco in seguito all'addio di Pippo Civati al partito, avvenuto una quindicina di giorni fa. In un solo colpo - dopo il primo "strappo" clamoroso di Paolo Sinigaglia (nella foto), quasi 21mila preferenze alle ultime Europee - lasciano: Barbara Vaccarella (componente della segreteria provinciale), Gabiella Pintacuda (Assemblea provinciale e Coordinamento provinciale donne), Paolo Gerra (Assemblea provinciale), Alberto Buccino (Assemblea regionale, invitato in Assemblea provinciale), Daria Doria (Assemblea regionale, invitata in Assemblea provinciale) e, come si diceva, Paolo Sinigaglia (Assemblea e direzione regionale, invitato in Assemblea provinciale). Non ci sono, come si noterà, i nomi di due altri civatiani storici, il consigliere comunale e provinciale Guido Rovi e la componente della segreteria regionale Giuliana Casartelli che per ora restano "alla base".

Lunghissima la lettera inviata alla segretaria provinciale del Pd, Savina Marelli, e al presidente dell'Assemblea provinciale, Mario Clerici, ma una frase suona come particolarmente rivelatrice delle ragioni di fondo dell'addio. Questa: "Un partito sempre più lontano da quello in cui avevamo deciso di impegnarci". Ora, subito dopo le elezioni regionali, nascerà "Possibile" - affinità con il trionfante "Podemos" spagnolo non casuale - la rete nata e coordinata per mano di Civati che sembra l'approdo naturale dei fuoriusciti a Como e in tutta Italia.

Di seguito, dunque, ecco il documento integrale diffuso ufficialmente oggi.

Con la presente, i sottoscritti, componenti degli organismi elettivi del Partito Democratico della Lombardia (Direzione Regionale e/o Assemblea Regionale), comunicano le proprie dimissioni dalle rispettive cariche e la conseguente uscita dal Partito Democratico.

Comunichiamo la nostra scelta in maniera collettiva poiché, sin dal congresso regionale del febbraio 2014, allorché la mozione De Marchi, che abbiamo sostenuto, aveva ottenuto il 43% dei voti, abbiamo sempre cercato di impegnarci ed operare non da singoli, ma in maniera appunto collettiva, non solo nello splendido gruppo di persone costituitosi attorno a Diana De Marchi, ma anche cercando di collaborare con tutti nel PD della Lombardia, nei vari organismi (assemblea, direzione, forum, commissioni) e nelle iniziative promosse, a prescindere dalle mozioni congressuali di provenienza.

Così avremmo voluto continuare, versando, ciascuno di noi, la sua piccola goccia quotidiana nel mare di buona politica che il PD ci prometteva di poter essere: un partito aperto, plurale, inclusivo, realmente democratico, un partito in cui un qualsiasi iscritto o militante avrebbe potuto profondere le proprie energie e veder realizzato un pezzetto in più del programma di centrosinistra (sottoscritto insieme agli elettori con Italia Bene Comune) per cambiare davvero il Paese e rendere l’Italia al passo con i tempi ed al livello (non solo economico, ma anche di civiltà e cultura politica) delle altre grandi democrazie occidentali. Un partito, il PD, in cui anche un esponente politico meno in vista, esterno alla “casta”, come Pippo Civati, poteva candidarsi ad essere segretario.

Poi, col passare dei mesi, le condizioni del confronto interno al partito si sono progressivamente, costantemente degradate. Rovesciando una metafora usata e abusata per stigmatizzare e delegittimare ogni contributo critico, diremmo che “il mare si è ristretto a una palude” in cui noi gufi, rosiconi, frenatori e parassiti, additati al pubblico disprezzo, rischiavamo di rimanere non solo impantanati, ma anche asfaltati. Con molti altri compagni di partito, dopo la decisione di Pippo Civati di lasciare il PD, ci siamo trovati ed abbiamo avuto condivisioni, riflessioni e discussioni sulla scelta se rimanere o no in un PD che ad alcuni di noi sembra aver smarrito, se non tradito, i suoi valori fondanti e il suo progetto originario: un partito sempre più lontano da quello in cui avevamo deciso di impegnarci. Non senza sofferenza e delusione, abbiamo scelto di non rinnovare più la tessera o (per chi già l’aveva rinnovata) di restituirla e, quindi, di lasciare le cariche in tutti gli organismi di partito di cui facciamo parte.

Con grande rispetto e stima nei confronti di coloro che invece, pur non condividendo i modi con cui questo Partito è guidato soprattutto al livello nazionale, hanno invece deciso di rimanere nel PD e lottare affinché sia ripristinato lo spirito originario del Partito Democratico. A questi nostri compagni ed amici, come a Voi che rappresentate il PD della Lombardia, auguriamo di poter continuare ad impegnarsi con la stessa serietà, tenacia e passione di sempre.

Ed infine, forse è superfluo specificarlo ma meglio essere chiari, sappiate che non usciamo affatto “per far vincere la destra” come qualcuno già accusa: anzi, usciamo proprio perché, là fuori, c’è tanto spazio e ci sono sempre più persone con cui poter magari costruire un progetto politico di centrosinistra, qual era l’Ulivo.

Barbara Vaccarella Segreteria provinciale

Gabiella Pintacuda Assemblea provinciale, coordinamento provinciale donne

Paolo Gerra Assemblea provinciale

Alberto Buccino Assemblea regionale, invitato in Assemblea provinciale

Daria Doria Assemblea regionale, invitata in Assemblea provinciale

Paolo Sinigaglia Assemblea e direzione regionale, invitato in Assemblea provinciale

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