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Cronaca

Scossa: la Lariopolda diventa una corrente politica ufficiale. I primi nomi

La Lariopolda - o qualcosa di molto simile ad essa - diventa ufficialmente una corrente politica. Di chi e di cosa? Beh, qui già le cose si fanno difficili. Vediamo perché. Inutile andare lontano nel cercare i nomi che, qualche giorno fa, si sono...

La Lariopolda - o qualcosa di molto simile ad essa - diventa ufficialmente una corrente politica. Di chi e di cosa? Beh, qui già le cose si fanno difficili. Vediamo perché.

Inutile andare lontano nel cercare i nomi che, qualche giorno fa, si sono reciprocamente dati l'okay per rompere gli indugi in maniera formale: al vertice c'è lui, l'ideatore-fondatore-guru della Lariopolda, Alberto Gaffuri sindaco di Albese con Cassano. Situazione paradossale, la sua: golden boy della politica comasca nell'alveo del centrosinistra, sfidante di Maria Rita Livio (da indipendente) alle primarie per la Provincia 2014, renziano al midollo e ora animatore principe del Comitato No Pedaggio per la Tangenziale di Como, Gaffuri è da mesi sulla soglia dell'iscrizione al Partito Democratico. Ma l'atto - per ritrosia sua, per diffidenza dell'ala gaffuriana-fanettiana - non si conclude mai. E ora il sindaco di Albese sembra aver deciso di fare da solo. O meglio, di fare con altri amministratori - tesserati e non tesserati dem - che prediligono il modello agile e "libero" della Lariopolda allo schema del partito tradizionale, almeno per ora. tavoli-lariopoldaChi c'è con Alberto Gaffuri nella "corrente Lariopolda"? Il sindaco di Bulgarograsso Giampaolo Cusini, per esempio. Così come il suo vice, Fabio Chindamo. E ancora: il vicesindaco della stessa Albese con Cassano, Carlo Ballabio, l'assessore olgiatese Simone Moretti, il consigliere comunale di Como Gioacchino Favara, il sindaco di Mariano Giovanni Marchisio. Si dice anche qualche nome gravitante nella storica area socialista. Giuseppe Doria, presidente del Circolo Willy Brandt ed ex segretario Uil, ad esempio. E poi - ma qui il riserbo è ancora difficile da scardinare - altri nomi di area centrosinistra, con occhio particolare agli amministratori, a completare un puzzle politico che comunque vede già caposaldi (renziani) piantati ai quattri angoli della provincia, dal capoluogo all'Erbese, dall'Olgiatese al Marianese.

La certezza, a ora, è che il nuovo soggetto è politico al 100%. Una corrente, si diceva, sebbene fuori dall'interpretazione classica del termine che indica una parte di un singolo partito. Diversi Lariopoldi, d'altronde, pur avendo il Pd come interlocutore principale, non hanno, non hanno più o non hanno ancora tessere vere e proprie.

L'obiettivo del movimento neonato, però, sembra già piuttosto intuibile: raccogliere intorno a un confine più definito (seppur fluido) quella vasta area di amministratori finora totalmente fluttuante. E dargli un peso politico più strutturato nei rapporti con partiti e schieramenti. Oltre ai due capitoli veri e propri della Lariopolda, l'esempio della battaglia contro il pedaggio della Tangenziale di Como, dove un Comitato di amministratori, che pure non coincide affatto con la nuova corrente, si raccoglie spontaneamente e fissa un obiettivo comune, rappresenta la strada indicativa secondo i promotori del nuovo soggetto. E cioè, fare politica sui grandi temi del territorio si può anche oltre le sigle di partito. Secondo qualcuno, forse, soprattutto oltre le sigle di partito.

Si scalda l'autunno politico sul Lario.

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