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Cronaca

Comune sconfitto: farmaciste di Muggiò da reintegrare con ruolo e stipendi da dirigenti

Costerà caro al Comune di Como il pasticcio sulla vendita delle farmacie comunali di Sagnino e Muggiò, tecnicamente gestite ai tempi da Csu. La vicenda, ormai, è piuttosto nota: la giunta, segnatamente su proposta dell'assessorato al Patrimonio...

Costerà caro al Comune di Como il pasticcio sulla vendita delle farmacie comunali di Sagnino e Muggiò, tecnicamente gestite ai tempi da Csu. La vicenda, ormai, è piuttosto nota: la giunta, segnatamente su proposta dell'assessorato al Patrimonio (ma l'assessore Marcello Iantorno alle 19.28 ha puntualizzato che la proposta fu dell'assessorato alle Partecipate ndr) e poi con delibera approvata a maggioranza in consiglio, nel 2013 cedette ai privati le due attività sottovalutando però, nonostante la furiose polemiche della minoranza sul tema, il fatto che una clausola nel contratto delle due farmaciste in servizio a Muggiò prevedeva che, in caso di dismissione da parte di Palazzo Cernezzi come effettivamente avvenuto, entrambe avrebbero avuto diritto al reintegro in servizio nell'organigramma comunale. E non con qualifiche qualsiasi, bensì come dirigenti. Ovvero con i ruoli e i compensi più alti. Nel tentativo di tutelarsi almeno sul lungo periodo, l'amministrazione si impegnò a garantire l'occupazione delle due per un periodo limitato di 12 mesi. Ma secondo il giudice del lavoro ha sbagliato: Palazzo Cernezzi avrebbe dovuto riassumerle e farle tornare a lavorare negli uffici comunali a partire da febbraio 2014.

Ora, a distanza di oltre un anno, la giunta è dunque costretta a reintegrare dal primo luglio prossimo le due farmaciste, con stipendio tabellare da dirigente (attorno ai 43mila euro annui) e indennità fissa al minimo (comunque attorno ai 10mila euro annui; cifra che non sarà un'aggiunta di netto agli esborsi comunali, visto che le due professioniste erano già retribuite dal Comune, ma che certamente innalzerà complessivamente il monte salari rispetto a prima). Ulteriore notazione: non esistendo un servizio di farmacia in senso stretto gestito dal Comune, i settori ritenuti più affini finora per la nuova dislocazione delle due farmaciste sono i Servizi Sociali, la Pubblica Istruzione e lo Stato Civile. La scelta definitiva toccherà all'assessorato al Personale in accordo con il resto della giunta in una delle prossime sedute. Tutto questo, al costo annuo per le casse pubbliche di circa 110mila euro in "nuovi" stipendi e indennità.

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