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Cronaca

Como, caso di scabbia: profugo curato all'ospedale Sant'Anna

Un adolescente proveniente dalla Somalia che fa riferimento al centro di accoglienza di Maslianico ha contratto la scabbia, infezione contagiosa della pelle. Il caso è emerso ieri pomeriggio ed è già all'attenzione dell'Asl mentre - sul fronte...

Un adolescente proveniente dalla Somalia che fa riferimento al centro di accoglienza di Maslianico ha contratto la scabbia, infezione contagiosa della pelle. Il caso è emerso ieri pomeriggio ed è già all'attenzione dell'Asl mentre - sul fronte operativo delle cure - il trattamento è stato garantito dall'ospedale Sant'Anna. Il paziente è arrivato all'ospedale con i sintomi conclamati dell'infezione, sebbene in forma non più infettiva. Dalle analisi è emersa l'assenza dell'acaro che causa la malattia, che prevede medicazioni particolarmente impegnative. L'uomo era stato già curato per debellare l'infezione al centro di Maslianico in cui è ospitato, ma comunque al Sant'Anna la medicazione è stata ripetuta. Il caso come detto è stato segnalato all'Asl.

Il caso è stato immediatamente sottoposto alle cure previste da parte degli specialisti dermatologi dell’Azienda ospedaliera S. Anna e consistenti nell’applicazione di medicazione cutanea con unguenti anti parassitari per tre giorni consecutivi. L’Unità operativa Prevenzione dell’ASL di Como sta monitorando attentamente il caso con la l’indicazione delle misure preventive di carattere igienico da attuarsi presso l’abitazione interessata e delle misure di profilassi da adottare sui conviventi, sei persone. Il contagio richiede un contato personale stretto e prolungato e quindi in genere non avviene al di fuori delle stretta convivenza. La scabbia è una malattia della cute, contagiosa, dovuta a un artropode (Sarcoptes Scabiei). Il periodo di incubazione, della durata 2/6 settimane, è necessario per la replicazione dei primi parassiti e lo sviluppo dei sintomi: al punto di entrata sulla cute si può talora rilevare un piccolo ponfo o macchiolina rosso-brunastra, la cui comparsa viene in genere trascurata. I sintomi sono costituiti da intenso prurito, specialmente notturno, da lesioni da grattamento e da comparsa di cunicoli (linee sottili e lunghe da cinque a dieci millimetri), che terminano con una rilevatezza puntiforme.

La trasmissione avviene per contatto personale (cute-cute), più raramente mediata dagli indumenti o dagli effetti letterecci, per tutto il periodo in cui il paziente rimane infetto e non trattato, compreso il tempo precedente la comparsa dei sintomi.

Nel caso in cui venga diagnosticata scabbia, oltre al trattamento con farmaci specifici da applicarsi secondo le indicazioni del medico curante, è opportuno attuare interventi di bonifica dell’ambiente ove vive il soggetto. Lavare ad almeno 60°C biancheria, lenzuola e asciugamani; i vestiti che non possono essere lavati debbono essere esposti all’aria per alcuni giorni(i parassiti non sopravvivono più di 3/4 giorni se non sono a contatto con la pelle). Tra coloro che hanno avuto ripetuti contatti cute-cute con la persona malata sono ricercati eventuali segni di infestazione e, se indicato dallo specialista, eseguito un ciclo di terapia: di norma sono considerati “contatti stretti” i familiari conviventi. Nel caso in cui sia interessato un alunno o un soggetto che frequenta una particolare comunità (ospedale, casa di riposo, istituti residenziali), l’ASL fornisce le indicazioni per la prevenzione, attiva la sorveglianza anche in collaborazione con i medici curanti e verifica l’attuazione delle indicazioni per la pulizia dell’ambiente e delle suppellettili.

Il caso è di particolare attualità perché proprio ieri, a Milano, l'assessore alle Politice sociali del Comune, Pierfrancesco Majorino, aveva annunciato quattro sospetti casi di scabbia rilevati dagli operatori sanitari tra i profughi in attesa di essere trasferiti dalla Stazione Centrale al Centro di via Corelli.

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