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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sanatoria ottenuta: l'ex laboratorio di Camerlata diventa centro culturale islamico

Nell'estate di un anno fa e poi ancora l'inverno scorso la vicenda tenne banco, con un furioso scontro politico tra la Lega Nord e l'assessore Marcello Iantorno. A innescare la battaglia su una "nuova moschea" a Como, fu il consigliere leghista...

Nell'estate di un anno fa e poi ancora l'inverno scorso la vicenda tenne banco, con un furioso scontro politico tra la Lega Nord e l'assessore Marcello Iantorno. A innescare la battaglia su una "nuova moschea" a Como, fu il consigliere leghista Diego Peverelli che portò in aula il caso dell'edificio verde di via Turati 5 dove, sulla porta di ingresso, nel giugno 2014 comparve il cartello "Mescid piano sotto". Dove la parola Mescid sta per moschea in italiano. Il 9 giugno successivo, però, in una lunga intervista mai smentita né rettificata, l'assessore Iantorno affermò che "il culto è un diritto inviolabile, non interverremo" anche perchè "non risulta siano pervenute lamentele o segnalazioni di residenti o cittadini".

Il destino ha voluto, però, che un controllo della polizia locale del 10 giugno successivo abbia portato alla luce una lunga serie di irregolarità edilizie e urbanistiche compiute nei locali adibiti a moschea in via Turati. E oggi quel controllo - e quella contesa politica - presentano un conto piuttosto clamoroso. Ossia, un'ingiunzione di demolizione di tutte le opere ritenute difformi. Tra cui le "aperture delle vetrate su 3 lati con alcune modifiche ai prospetti in merito alle dimensioni e alla collocazione precedente", "la trasformazione di una finestra in porta di uscita verso il cortile", "la tettoia in legno a copertura della nuova porta d'uscita", a sua volta legata a una "demolizione della scalinata esterna esistente utilizzata per superare la differenza di quota tra il cortile e l'aiuola prospiciente il marciapiede di via Turati". In ultimo, riscontrate difformità nella "localizzazione della porta d'entrata e nella suddivisione degli spazi interni al bagno" costruito "nel nuovo blocco dei servizi igienici nel sottoscala".

Da qui, ecco l'ingiunzione al legale rappresentante dell'Associazione Lega dei Centri culturali islamici d'Italia, ritenuto "responsabile dell'abuso" e invitato alla "demolizione delle opere abusivamente realizzate entro e non oltre 90 giorni". A distanza di ben più di 3 mesi, ora si apprende lo sviluppo finale della vicenda.

Come testimonia il permesso di costruire 8536/2015 rilasciato alla Lega dei Centri culturali islamici dal Comune per la sanatoria precedentemente richiesta, quegli stessi locali vengono trasformati da laboratorio a, appunto, centro culturale musulmano. Partita chiusa.

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