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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Schema Ponzi, partita da Como indagine per truffa internazionale

Quaranta indagati, 6 arrestati: riciclaggio e truffa per 34 milioni di euro

Una complessa inchiesta su riciclaggio e truffa, denominata Crowd Funding e partita da Como, ha consentito di arrestare 6 persone e di indagarne 40 (tra le quali un comasco) accusate tutte a vario titolo di avere partecipato a un'associazione a delinquere per appropriarsi dei soldi di ignari risparm.iatori attraverso il cosiddetto schema Ponzi. Le indagini sono scaturite in occasione dell'inchiesta sull'omicidio dell'architetto Alfio Molteni a Carugo. Gli inquirenti in quell'occasione si sono imbattuti in alcuni contatti tra uno dei mandanti dell'omicidio e una società finanziaria estera.

Operazione CrowdFunding-3

Si tratta di una fitta rete di promotori che sul territorio italiano proponevano interessanti investimenti con una rendita fino al 3 per cento a semestre. Le vittime predilette erano piccoli e medi imprenditori che desideravano investire denaro contante, probabilmente frutto di guadagni in nero.

Ai vertici dello schema Ponzi c'erano tre società finanziarie del Lussembrugo, Austria e Cipro (W&H Consulting SA, M.g.A. Consulting Gmbh e Larfer Itd) con basi in Italia a Modena e Avellino.

Gli operatori finanziari operavano tutti in barba alle regole imposte dalla Consob. Avvalendosi spesso della fiducia conquistata negli anni precedenti presso i loro clienti (leggasi vittime) erano riusciti a fare sottoscrivere contratti di investimento di diverse decine di migliaia di euro per ciascun risparmiatore.

Inoltre questa associaizone a delinquere, smantellata grazie alle indagine della Guardi di Finanza coordinate dalla Procura della Repubblica di Como, consentiva anche il riciclaggio o l'autoreciclaggio. SI stima un giro d'affari tra truffe e reciclaggio di circa 34 milioni di euro, pari al valore dei beni sottoposti a sequestro preventivo. 

Curiosità: tra i risparmiatori che si sono affidati a uno di questi promotori finanziari c'è anche un frate cappuccino di Genova che ha versato, convinto di farli fruttare in modo esorbitante, ben 150mila euro.

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