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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Prof sospesa alla Parini: voleva leggere il Kamasutra

Avrebbe invitato uno studente a portare il Kamasutra in aula per poi leggerlo. Per questo una docente della scuola media Parini di Como è stata sospesa dieci giorni dall'insegnamento. La vicenda, riportata dal quotidiano La Provincia, è emersa...

Avrebbe invitato uno studente a portare il Kamasutra in aula per poi leggerlo. Per questo una docente della scuola media Parini di Como è stata sospesa dieci giorni dall'insegnamento. La vicenda, riportata dal quotidiano La Provincia, è emersa ieri (venerdì 11 aprile). Al centro non soltanto il celeberrimo testo indiano sulla sessualità ma anche una situazione di presunto disagio delle famiglie che andrebbe avanti da tempo. I genitori hanno più volte accusato la professoressa, una docente di musica di 54 anni, di aver fatto un uso poco consono di Facebook: avrebbe chiesto l'amicizia agli studenti e, spiega il quotidiano lariano, pubblicato foto non consone al ruolo svolto.

Un caso simile aveva visto protagonista la stessa prof nel 2005. All'epoca in forza al corpo docente della scuola secondaria Tibaldi di Cantù era stata accusata dagli studenti di aver mostrato il seno in classe. L'episodio ebbe un'enorme risonanza ma dopo un'indagine di un ispettore ministeriale la donna fu completamente scagionata.

Le famiglie della Parini, nel corso dell'ultimo anno, si sarebbero lamentate più volte dell'atteggiamento della donna in aula, giudicato troppo leggero. Mamme e papà avrebbero contestato anche un abbigliamento particolarmente appariscente ritenuto non opportuno e motivo di imbarazzo per insegnanti e alunni. “Tutto è in mano alla dirigente scolastica della Parini – spiega il provveditore di Como, Claudio Merletti – io sono stato informato ma le sospensioni fino a dieci giorni non sono mia competenza”. “Voglio precisare – dice ancora - che, per quanto ne so, si è parlato di video mostrati in classe. Nulla di illegale o a luci rosse ma fuori contesto rispetto a una scuola”. Infine una riflessione: “credo – chiude Merletti – che intorno a questa storia si stiano dicendo troppe cose fuorvianti e vorrei che i fatti venissero ridimensionati”. Come sempre in queste vicende, tra un “si dice” e un “pare che”, le posizioni nella scuola comasca sono molto diverse tra loro. Diversi colleghi - attuali e passati - della professoressa sono intervenuti in difesa: parlano di una serissima professionista con un ottimo gusto per il vestire, “colpevole” soltanto di essere “una donna per bene, bella e affascinante”. Altri docenti invece si accodano alle famiglie accusano l'insegnante di un eccesso nella scelta degli abiti, giudicati troppo appariscenti e talora troppo trasparenti per il ruolo svolto.

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