Estate, tempo di sognare. E quando vedi certe fotografie, ancora di più. Quella in testa all'articolo si riferisce a piazza Grimoldi. Dove, grazie a una recentissima serata di cinema all'aperto, l'arredo urbano più incredibile - al netto delle architetture non secondarie della zona - si è rivelato un muro. Umano. Fatto di facce e gambe.

Corpi diligentemente seduti che fanno assaporare - ancora, purtroppo, a sprazzi, saltuariamente, senza fili logici - il compimento di quella rivoluzione a mezza strada, e per taluni (piazza Roma docet) persino dolorosa, chiamata nuova Ztl. Polemicamente, andando con il pensiero a quell'assurdo (per chi scrive) braccio di ferro ingaggiato dalla Curia con il Comune di Como proprio per il progetto di riqualificazione della piazza nella foto, verrebbe da chiedersi se quella sera le recriminate e incessanti processioni siano riuscite a fare breccia tra il folto pubblico di comaschi con il naso all'insù. Ma facciamo che certe baggianate restino uno sbiadito ricordo della prima metà dell'anno.

Piuttosto, il pensiero va - come tante altre volte è già accaduto a partire dall'estate 2013, quando tutto iniziò - a due assessori, Daniela Gerosa e Lorenzo Spallino, e al sindaco Mario Lucini. Un trio solido, a dispetto della fatica immensa a trovare anche solo un ulteriore punto di contatto che non sia la presenza nella giunta comunale.

Ebbene, in questi mesi di viali pedonali, piazze rifiorite, lungolaghi pedonali, angoli urbani risuscitati si è vagheggiato, titolato, dibattuto infinite volte. Concretamente, non è accaduto nulla.

Piazza Roma langue ancora in quel limbo di asfalto e pullman che pare più un inferno sotto mentite spoglie che altro. Piazza Grimoldi viene affollata a sprazzi, per il resto si mostra spesso nella sua bellezza monumentale ma non ha ancora un senso compiuto. Poco più in là, in piazza Volta e dintorni, tengono banco più i dubbi per la spesa di 700mila euro a bilancio per la riqualificazione di una zona tutto sommato in ordine che l'attesa per la realizzazione delle novità. E siamo al punto.

Caro trio, al netto di contenziosi in atto (con la Curia per piazza Grimoldi), polemiche politiche (con Rapinese e persino con una fetta di maggioranza per piazza Volta), proteste (con i superstiti di quella sciagura chiamata piazza Roma), ora è tempo davvero di procedere. In un senso o nell'altro. E' tempo - facciamo pure dopo la pausa agostana - di decidere se si vuole dare la propria impronta politica, viabilistica e urbanistica a queste piazze così come le si sono pensate oppure no. Insomma, è ora di attraversare questa terra di mezzo durata troppo, consumata male, comunicata peggio e chiamata nuova Ztl. Nel bene o nel male - perduto o quasi il lungolago, in scettica attesa della Ticosa - le piazze (forse assieme all'eventuale Orto botanico di Villa Olmo) "rischiano" di essere l'unico, vero segno distintivo (e percepito in massa) della capacità della giunta Lucini di incidere sulla città e sulla sua immagine. E allora le si tolga dal bagnomaria ormai putrido in cui le si è cacciate e si decida di portare la sfida fino in fondo. A costo di perderci le prossime elezioni tra contestazioni, spese e proteste. Ma anche con la prospettiva di poterle presentare agli elettori come segno concreto di una città cambiata davvero (ben oltre un pinnacolo pur prestigioso eretto sulla diga foranea) e con coraggio, pur senza una generale condivisione della visione a monte.

Fermarsi nello stagno attuale ancora a lungo sarebbe un fallimento. Sarebbe il battesimo di piazza Grimilde e delle sue mele avvelenate per il centro città.