Pd, Fanetti alla fronda interna: "Basta demolire o fuori dalle liste". Favara deferito ai garanti
No, non è stato un gioviale incontro prenatalizio quello andato in scena ieri sera nella sede di Como del Partito Democratico. Nessun clima di festa e temi pesanti come macigni, tra cui - si apprende - anche il deferimento alla Commissione di...
No, non è stato un gioviale incontro prenatalizio quello andato in scena ieri sera nella sede di Como del Partito Democratico. Nessun clima di festa e temi pesanti come macigni, tra cui - si apprende - anche il deferimento alla Commissione di garanzia del consigliere comunale Gioacchino Favara, da tempo su posizioni fortemente critiche almeno su alcuni temi (più di tutti sul centro unico di cottura, ma anche sulla possibile vendita delle quote di Acsm Agam e i generale sull'operato del sindaco Mario Lucini e di alcuni assessori).
"I toni sono stati franchi, è vero - dice Fanetti - D'altronde le questioni sul tappeto erano molte e importanti. Ancora una volta, l'obiettivo era fare il punto sull'attività politica e istituzionale, ma certamente c'era anche l'esigenza di chiarire alcune questioni di fondo". Prima tra tutte, la "fronda" interna attiva soprattutto in consiglio comunale.
"Pur partendo dal presupposto che l'obiettivo mio e del Pd è sempre cercare di risolvere i problemi e di tenere uniti tutti, pur nel rispetto delle singole idee e opinioni sui vari temi, l'invito - specifica il segretario cittadino del Pd - è stato di prendere atto che in un gruppo ci si comporta secondo alcune regole di base, altrimenti si è liberi di andare altrove. Inutile negarlo, certi atteggiamenti da ora in avanti o cambiano oppure peseranno molto nella composizione della lista per le elezioni del 2017. D'altronde, il dissenso sugli argomenti, che siano le mense o altro, va documentato, argomentato e condiviso nelle sedi adeguate al confronto, che peraltro non sono mai state negate a nessuno. Altrimenti è l'anarchia, ma in un partito come il Pd, che pure ha la discussione nel suo Dna, non si può continuamente fare come si vuole, contestare tutto, cavalcare ad arte ogni protesta e ogni problema a vantaggio personale, per far poi finta che non sia accaduto nulla e dare per scontata la ricandidatura quando sarà il momento". Sentire Fanetti alzare il tono della voce - almeno in pubblico - è cosa rarissima, ma i concetti sono duri. E rincarati.
"Il fatto che esistano al nostro interno alcune figure impegnate a demolire qualsiasi cosa si faccia o il lavoro del sindaco non è accettabile oltre - prosegue - Per attaccare continuamente il primo cittadino e il Pd ci sono l'opposizione o il gruppo misto. Di sicuro, il conservatorismo su ogni scelta e su ogni decisione, e il no a qualsiasi proposta che comporti anche problemi ma che sia coraggiosa, diventano insostenibili e fanno soltanto il gioco della minoranza. Questo atteggiamento non può proseguire, non è l'atteggiamento maturo di chi appartiene a una forza di governo".
Inutile dire che, assieme a Rovi e Grieco, il nome che viene subito in mente è quello di Favara, come detto deferito (probabilmente dal capogruppo in consiglio Andrea Luppi, ma Fanetti non ha voluto specificare ndr) alla Commissione provinciale di garanzia del Pd per i suoi violentissimi attacchi sia al sindaco (qui cosa ha detto) sia sull'ultima vicenda del centro unico di cottura (qui il video).
