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Cronaca

Parolario, Palio del Baradello, Festival della Luce: nei bilanci passivi da brivido

E' presumibile che questo articolo possa alienarci più di qualche simpatia nel pur valoroso – a volte più che coraggioso - mondo della cultura comasca. Ma non è nemmeno pensabile, d'altronde, che le lenti di ingrandimento della stampa interessino...

E' presumibile che questo articolo possa alienarci più di qualche simpatia nel pur valoroso – a volte più che coraggioso - mondo della cultura comasca. Ma non è nemmeno pensabile, d'altronde, che le lenti di ingrandimento della stampa interessino soltanto gli enti pubblici. Per questo, in ambito culturale, abbiamo passato al setaccio i bilanci consuntivi di 3 eventi che hanno costellato il 2014 da poco trascorso: il Palio del Baradello, realizzato dall'Associazione Cavalieri Palio del Baradello (presidente la consigliera comunale di Ncd, Laura Bordoli); Parolario, celeberrima manifestazione che ha celebrato nel 2014 la quattrordicesima edizione, forse una delle migliori di sempre, organizzata dall'Associazione Culturale Parolario (Glauco Peverelli presidente); e infine il neonato Festival della Luce, organizzato da professionista Franco Brenna, presidente dell'Associazione Città della Luce di Como.

Non entriamo qui più di tanto sul merito o sul valore culturale delle tre iniziative, ci concentriamo di più sui conti. E si scopre che è davvero dura la vita degli organizzatori, con passivi più o meno grandi ma comunque sempre notevoli.

Prendiamo Parolario, per iniziare. L'edizione 2014 intitolata “Il gusto ritrovato” dichiara uscite per 66.801 euro a fronte di entrate per 4.891. Il passivo, dunque, in proporzione alle cifre è enorme: poco meno di 42mila euro. Ed ecco, dunque, scattare la – peraltro comprensibilissima – richiesta al Comune di Como di un contributo straordinario di 15mila euro, accordato poche settimane fa.

Passiamo al Palio del Baradello. Anche qui, il bilancio finale 2014 è rosso che più rosso non si può: 19.938 euro. Una bella somma, al di là del fatto che vi piacciano o meno le sfilate in costume e i giochi antichi. Anche in questo caso, sono state le casse comunali a stingere un pochino il rosso, con un contributo straordinario di 15mila euro.

E veniamo, infine, al Festival della Luce (21 marzo-27 giugno 2014), che peraltro ha potuto godere in partenza di un supporto logistico non indifferente: la concessione gratuita dello spazio espositivo nell'ex Chiesa di San Francesco, del caramellone pubblicitario di piazza San Rocco, della disponibilità gratuita di circa 400 sedie da distribuire in varie location prestigiosissime della città (dalla Pinacoteca allo Spazio Ratti, dal Teatro Sociale all'ex Casa del Fascio, dal Tempio Voltiano alla Villa del Grumello, passando per Villa Erba). Beh, qui le cifre si alzano notevolmente: il consuntivo presenta uscite pari a 155mila euro ed entrate “per contributi liberali e della Camera di Commercio per 75mila euro”. Passivo profondo, dunque: 80mila euro. E quindi, ecco il contributo straordinario (peraltro davvero minimale) uscito delle casse comunali: 5mila euro.

Il quadro, però, come avrete notato è piuttosto desolante, senza nulla togliere ai contenuti – per definizione discubitili da chiunque in senso positivo o negativo – delle manifestazioni prese in considerazione.

Le 3 domande finali che vi lasciamo, dunque, sono: perché la cultura a Como, sebbene in declinazioni diversissime, produce passivi così gravi, anche quando spinta (più o meno) dai privati? Manca la sensibilità popolare/istituzionale o siamo a davanti costi sproporzionati rispetto al gradimento e allo stimolo prodotto all'esterno? Infine: e se non ci fosse il borsellino sempre aperto del Comune, che fine farebbero tutte?

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