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Cronaca

Paratie, il capo della task force di Renzi: "Il cantiere fermo è una ferita, lo faremo ripartire"

Siamo a Palazzo Chigi, tempio del potere politico italiano, sede della Presidenza del Consiglio del ministri e del premier Matteo Renzi, ma anche della "Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture...

Siamo a Palazzo Chigi, tempio del potere politico italiano, sede della Presidenza del Consiglio del ministri e del premier Matteo Renzi, ma anche della "Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche". Nome terrificante e poco renziano, se si vuole, ma dentro cui sta la grande speranza che il cantiere delle paratie possa ripartire in un lasso di tempo ragionevole se non breve. Dall'altro capo del telefono, con grande gentilezza, ha accettato di entrare nei dettagli del prossimo incontro con Comune, Regione e Anac (ne abbiamo scritto qui ieri) il direttore della struttura, Mauro Grassi, vero e proprio braccio operativo di Matteo Renzi e del governo intero, visti i rapporti strettissimi anche con gli altri ministeri a partire da quelli dell'Ambiente e delle Infrastrutture.

Proprio da quegli uffici di Palazzo Chigi, qualche giorno fa, è partita la lettera spedita ad Anac e Regione Lombardia e arrivata per conoscenza anche al Comune di Como con cui la "Struttura di missione" chiedeva un incontro in tempi ravvicinati per affrontare il caso del lungolago comasco e valutare come poter far ripartire i lavori impantanati tra problemi tecnici, stroncature dell'Anticorruzione, inchieste della Procura e così via. Ora lo stesso Grassi fa il punto della situazione, partendo col chiarire esattamente di cosa di occupa la sua "macchina". mauro-grassi-2"La Struttura di Missione - spiega Grassi - è una sorta di task force che il nuovo governo ha individuato per affrontare i temi del dissesto e delle infrastrutture idriche, perché in generale il tema dell'acqua è ritenuto fondamentale per il governo. Lavoriamo assieme ai ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente, oltre che con la Protezione Civile e con l'Angenzia per la coesione territoriale. Sono tutti i soggetti che a livello statale hanno a che fare con il dissesto e i temi idrici". Ma la frase che anche a Como fa drizzare le antenne è un'altra: "In questa veste, una delle funzioni che ci ha assegnato il Presidente del Consiglio Renzi, e su cui ha poi ribattuto più volte, è l'attività per lo sblocco dei cantieri fermi o mai partiti. Un'attività fondamentale, su cui impegniamo molte energie. D'altronde, al di là di Como, quando ci insediammo due anni fa trovammo qualcosa come 2 miliardi e 700 milioni di risorse già impegnate per il dissesto idrogeologico eppure bloccate. Ci siamo subito occupati di questa situazione, abbiamo sbloccato molte opere e ora abbiamo ancora 1 miliardo per avviare tutti i cantieri necessari". paratie-19feb16-6Inutile sottolineare che sul Lario la situazione è perfettamente in linea con il quadro generale descritto da Grassi: un cantiere che doveva costare 8 milioni e che ora potrebbe costarne 33, iniziato nel 2008 e ora bloccato sì e no al 20% dal 2012.

"Casi come quello di Como, purtroppo, ne abbiamo a bizzeffe in Italia. Quello più eclatante fu forse quello del torrente Bisagno a Genova (al centro di un devastante alluvione nell'autunno scorso, ndr) - prosegue Grassi - Ma anche lì i lavori sono stati sbloccati e accadrà a breve in altre regioni. Per quanto riguarda il lungolago della vostra città, ci sono tutti gli elementi tipici di queste situazioni: un cantiere fermo, un progetto modificato, l'intervento di Anac e quello della Procura della Repubblica. La nostra valutazione è questa: se tutti i soggetti coinvolti nelle decisioni e nei processi continuano a scambiarsi mail e Pec, si può andare avanti senza che nulla accada per decenni. Allora interveniamo noi e diciamo: mettiamoci attorno a un tavolo e ognuno porti la propria soluzione al problema, non la propria rimostranza. Il nostro obiettivo è far ripartire quel cantiere, perché capiamo benissimo che quelle situazioni vengono vissute come ferite aperte, come un vulnus inaccettabile da parte dei cittadini. Su questo, peraltro, il presidente Renzi è stato chiaro più volte: se ci sono colpe e responsabilità per quello che è accaduto, di queste devono certamente rispondere i singoli responsabili. Ma nel contempo non si può tenere bloccato un cantiere per sempre".

sopralluogo-paratie-7giu15-3Come già accennato, il riferimento primo per ogni nuova "mossa" resta l'Autorità Nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone. "Anac è il nostro riferimento - conferma Grassi - E' assieme a loro che vogliamo trovare una strada percorribile. Naturalmente, di fronte all'eventuale impossibilità di poter sbloccare i lavori ci fermeremo, non siamo qui per forzare ma solo per trovare una via d'uscita che possa raccogliere tutte le istanze. Un cantiere di quel genere fermo è un torto per tutti e i cittadini meritano di sapere cosa si può fare e in che tempi. Per questa ragione abbiamo chiesto l'incontro con tutte le parti interessate: in quella riunione vorremmo poter capire e dire questo si può fare subito, questo entro un mese, questo per nulla. Ma ai cittadini dobbiamo una risposta rapidamente".

palazzo-giustizia-tribunaleIl fatto che su quanto realizzato sul lungolago e sulle varianti introdotte dalla giunta Lucini penda un'inchiesta della magistratura secondo il capo della Struttura di missione non deve essere una ragione per bloccare tutto. "I magistrati fanno giustamente il loro lavoro - premette Grassi - Ma poi spesso il funzionario pubblico in questi casi non tocca più nulla in automatico. Eppure ci sono casi in cui la magistratura compie i suoi accertamenti e un'opera, nei limiti concessi, viene portata avanti. Si pensa quasi che fermare tutto sia la cosa migliore, ma questo è un clamoroso errore perché invece ci rimettono tutti: le città, le imprese, le amministrazioni, i cittadini".

Da qui, dunque, l'intervento della task force di Palazzo Chigi: "E' in questi casi che serve un ente superiore, cioè lo Stato che interviene con la sua forza e con la sua legittimazione per risolvere i problemi che si trascinano senza sbocchi. Ripeto, se poi ci si rende conto che una soluzione praticabile non c'è, ci si ferma. Ma l'obiettivo è riconsegnare il lungolago ai comaschi".

lucini-maroni-convenzione-paratie-2Da qualche tempo a Como, aleggia la prospettiva di un commissariamento del Comune di Como dalla Regione o dal governo per condurre in porto l'operazione-paratie con una guida nuova. Su questo, però, Grassi è cauto: "Noi siamo operativi, non abbiamo alcuna capacità amministrativa. Ma ovviamente, collaborando direttamente con i ministeri, la possibilità di commissariare secondo è certamente praticabile. Come in altri casi, però, anche in quello del lungolago dovrebbe essere riconosciuta l'inerzia o l'inadempienza di un ente, cosa da dimostrare. E comunque l'opera è regionale, con il Comune come stazione appaltante. Ma questi aspetti comunque vengono dopo, può anche essere che non esiste una colpa definita ma sia una questione di "incastri" da sciogliere. Lo sapremo dopo l'incontro con tutti i soggetti, che spero di poter organizzare la prossima settimana quando avrò le risposte di tutti".

chiara-braga-30gen16Alla fine, inevitabile domanda finale: quanto è ritenuta possibile, a oggi, una ripresa dei lavori e uno sblocco dell'impasse? "Gli spiragli sono strettissimi e va tenuto presente che da poco c'è anche il nuovo Codice degli Appalti in vigore (e quando gli si fa notare che la deputata comasca Chiara Braga è in prima linea sul tema, la definisce "come un'aficionada dei nostri uffici") - conclude Grassi - Ma certamente dovremo sfruttare al massimo il fatto che quell'opera nasce con una finalità antiesondazione per la sicurezza della popolazione. In questi anni fortunatamente non è accaduto nulla ma il non terminare il cantiere sottopone a potenziale pericolo la cittadinanza. Quindi vi è un interesse concreto nel portare a termine l'opera. Ma su questo sarà soprattutto Anac a dirci fino a dove ci potremo esporre per andare avanti".

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