Paratie, Lucini: "Non so se esiste una soluzione". Gli incarichi esterni 2013-2014 nel mirino
"Confermo che ho ricevuto un'informazione di garanzia in qualità di legale rappresentante dell'ente". Ha iniziato così il breve discorso ufficiale "a caldo" il sindaco Mario Lucini, a poche ore dal clamoroso blitz della Guardia di Finanza - per...
"Confermo che ho ricevuto un'informazione di garanzia in qualità di legale rappresentante dell'ente". Ha iniziato così il breve discorso ufficiale "a caldo" il sindaco Mario Lucini, a poche ore dal clamoroso blitz della Guardia di Finanza - per conto della Procura della Repubblica - che con 40 militari ha effettuato perquisizioni e acquisizioni di documenti in abitazioni private, sedi di società e istituzioni (dal Comune stesso, a Provincia, Regione e Soprintendenza: qui trovate tutti i dettagli). Il sindaco si è fermato con i giornalisti al termine di un riunione fiume con gli assessori della sua giunta (assenti soltanto Silvia Magni e Savina Marelli) convocata d'urgenza per metterli al corrente degli sviluppi giudiziari della vicenda paratie. Tre i passaggi salienti dei 4 minuti di dichiarazioni: la sottolineatura dell'indagine circa "presunti abusi edilizi (compiuti sul lungolago, bene vincolato) in quanto i lavori sin dall'inizio - e dunque qui si torna indietro all'epoca della giunta Bruni - non sarebbero stati sostenuti da titoli abilitativi validi"; la volontà di trovare "qualcuno che mi dica se ci sono elementi superabili che ci consentano di andare avanti (con la terza perizia di variante sotto accusa e sotto indagine, ndr) o se ci sono elementi inamovibili che ci pregiudicano questa strada (il che coinciderebbe con l'azzeramento del cantiere, come quasi "suggerito" già da Anac, ndr)"; infine, l'ammissione quasi sconsolata sebbene mascherata da un sorriso amaramente ironico che "ormai ho qualche dubbio sul fatto che esista una soluzione alle paratie, ma comunque non scappo e vado avanti per cercarla".
Al netto dell'appoggio arrivato poco dopo da Paco-Sel ("Ribadiamo il nostro sostegno al sindaco Mario Lucini che, in quanto legale rappresentante del Comune, si trova, paradossalmente, a dover rispondere di decisioni prese da altri"), nessun cenno - invero nemmeno sollecitato dalle domande - al fatto che tra i punti sotto la lente dei magistrati siano citate espressamente due scelte di questa amministrazione. Ossia - citando le parole ufficiali della Procura - innanzitutto il "procedimento amministrativo diretto al conferimento dell’incarico di progettazione della terza perizia di variante dell’appalto ritenuta inammissibile da Anac, per il quale si è proceduto all’artificioso frazionamento degli incarichi in violazione della normativa sui contratti pubblici".
Gli incarichi in questione sono quelli assegnati nel 2013 a 5 professionisti esterni all'amministrazione che ottennero dal Comune di Como altrettanti affidamenti diretti. Quegli incarichi servirono per redigere una parte della famosa terza perizia di variante oggi nella bufera. Nel dettaglio, i professionisti scelti personalmente dall'amministrazione erano: Angelo Dal Sasso, a cui andò un compenso di 49mila euro per progettazione “architettonica di carattere edile paesaggistica e agronomica”; Fabio Brunamonte, a cui andarono 31mila euro per la “progettazione geotecnica, geologica e idrogeologica”; Valerio Anselmo, a cui andarono 37mila euro per “progettazione idraulica e fognaria”; Antonio Capsoni, a cui andarono 49mila euro per la “progettazione strutturale e sismica”; e Lorenzo Noè, a cui andarono 48mila euro per la “progettazione architettonica di carattere edile e negli interventi di arredo urbano ed illuminazione”. Totale necessario per pagare i professionisti 215mila euro, Iva e contributi inclusi (tenendo presente che, nel gennaio 2013 i 4 alberghi affacciati sul lungolago misero a disposizione 40mila euro per finanziare lo studio di fattibilità sulla nuova passeggiata).
Questa dunque la prima tranche. A cui fece seguito, però, il 27 novembre 2014, una seconda assegnazione da parte del Comune Comune a 4 di quegli stessi 5 professionisti. Tecnicamente, i documenti parlavano di una serie di “estensione di incarichi” per importi variabili. Per che cosa? Sostanzialmente per le stesse cose di cui si erano occupati in precedenza, con il problema - però - che il cumulo di assegnazione sforava il limite possibile per un'amministrazione per procedere con incarichi senza gara (40mila euro).
E quindi per Antonio Capsoni il Comune spese (sempre Iva e tasse incluse) altri 48mila euro: per Dal Sasso altri 8.800 euro; per Lorenzo Noè altri 23mila euro; per Fabio Brunamonte altri 12mila euro. Totale per le casse municipali: circa 92mila euro.