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Cronaca

Paratie, così scrisse Ferro: "Modifiche e perizie non mie, volute da politica e direzione lavori"

Riletta oggi, poco più di due mesi dopo la sua consegna al sindaco Mario Lucini, la lettera di dimissioni di Antonio Ferro da Responsabile unico del procedimento per le paratie appare certamente molto più "scomoda" di quanto non si manifestò il 25...

La bufera, dunque, infuriava già da tempo. E forse anche per questo colpiscono molto alcune parole messe nero su bianco da Ferro nella lettera di dimissioni da Rup. Infatti, dopo aver premesso che "la particolarità dell'intervento di difesa dalle esondazioni, di carattere altamente specialistico, secondo in Italia soltanto al cosiddetto Mose di Venezia, ha richiesto nel tempo una pressoché totale dedizione dello scrivente al fine di curare che l'esecuzione dell'opera potesse avvenire nel rispetto delle regole del Diritto", il dirigente comunale ora ai domiciliari ha affidato alla carta un passaggio pesantissimo. Che, di fatto, sembra prefigurare un'indicazione delle responsabilità per il disastro tecnico-amministrativo delle varianti anche a un livello politico.

"E' noto altresì - scrive infatti Ferro - che il progetto sottoscritto dai professionisti allora incaricati (Majone, Terragni e Conti poi esautorati ndr), in fase di esecuzione è stato nel tempo oggetto di rivisitazioni, modifiche, perizie e quant'altro, certamente non ascrivibili allo scrivente quale Rup". Macigni, più che affermazioni, soprattutto nell'inciso su "perizie e quant'altro". pietro-gilardoni-dirigentePeraltro, subito dopo viene indirettamente citato nientemeno che Pietro Gilardoni (almeno per quanto riguarda gli ultimi 4 anni) laddove Ferro scrive che "vi sono state scelte operate dalla Direzione lavori, nell'ambito delle proprie competenze, anche di riflesso a problematiche poste dall'appaltatore (Sacaim, ndr) in relazione all'eseguibilità o meno delle opere previste dal progetto, e altre in attuazione di scelte di carattere politico". E come se non fosse abbastanza chiaro il passaggio, l'ex Rup delle paratie aggiunge altro: "A tale riguardo - scrive Ferro riferendosi alle indicazioni giunta da direzione lavori e politica - sono infatti note le questioni legate allo stralcio delle opere di carattere architettonico-paesaggistiche e di arredo urbano del lungolago, per giungere fino alle determinazioni di una complessiva rivisitazione del progetto al fine di ridurre al minimo il rischio di compromissioni del sottosuolo e, di riflesso, di quelle sul contesto interessato". Il riferimento alla fatidica "sorpresa geologica" in realtà smontata da Anac sembra piuttosto chiaro. La lettera, poi si chiude con le affermazione circa "i rilievi mossi (da Anac e Procura, ndr) che hanno mortificato l’operato dello scrivente il quale, invece, nell’espletare il ruolo ricoperto ha sempre avuto di mira l’interesse pubblico e la corretta esecuzione dell’opera, nell’ambito delle scelte operate dalle amministrazioni succedutesi nel tempo e dei professionisti per l’occasione incaricati, in relazione alle specifiche competenze richieste». Cliccando qui, la lettera scritta negli stessi giorni da Pietro Gilardoni per dimettersi dalla direzione lavori delle paratie.

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