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Cronaca

Panchine senza schienali, il principe dei renziani contro il parroco: "Assurdità sui 30-40enni"

Il "principe" dei renziani comaschi, Alberto Gaffuri, ha 37 anni, è sindaco (ad Albese con Cassano) ed è politicamente attivissimo. Sembra - in potenza, uscendo dal caso concreto delle panchine senza schienale di Como - il bersaglio perfetto del...

Il "principe" dei renziani comaschi, Alberto Gaffuri, ha 37 anni, è sindaco (ad Albese con Cassano) ed è politicamente attivissimo. Sembra - in potenza, uscendo dal caso concreto delle panchine senza schienale di Como - il bersaglio perfetto del parroco di San Giuliano, don Roberto Pandolfi. Il quale, con l'ultima riflessione pubblica sul "giovanilismo renziano" ispiratore di scelte come quella delle panchine senza schienale previste in numerosi punti di Como (ne abbiamo dato conto qui), denuncia una visione politica più generale dietro la questione architettonica in sé. Ossia, l'obiettivo - più o meno esplicito - di escludere sempre più gli anziani dal corpo vivo della società per mano "dei politicanti trentenni e quarantenni" padri "dell’idea che tutti quelli che hanno superato i sessant’anni debbano farsi da parte". Parole fortissime, che stanno avendo grande eco, e che - tornando alla prima riga - hanno innescato la reazione altrettanto forte di Gaffuri (peraltro alla vigilia della Lariopolda bis, l'emblema della politica ispirata al premier).

"Stare zitti, almeno in queste circostanze, è sbagliato - ha esclamato in una dichiarazione pubblica sul proprio profilo Facebook - Ognuno è libero di pensarla come vuole (ed è giusto sia così), tant'è che nel merito della questione - vale a dire la presunta scomodità di panchine senza schienale - sono pressoché allineato al pensiero espresso dal sacerdote". Ma qui finiscono i punti di contatto tra il sindaco e il sacerdote. "Quello che ritengo fuorviante - ha aggiunto Alberto Gaffuri - addirittura al limite dell'assurdo, è tutta la spiegazione costruita attorno a un fatto semplice, cioè la non condivisa scelta architettonica, e non politica in senso stretto, di puntare a questo tipo di sedute, invece che alle tradizionali panchine. Ma vi pare che i "politicanti trenta e quarantenni" in odore di renzianità (concetto che, beninteso, non esiste!) siano così fessi da privilegiare la scomodità, invece della comodità? Suvvia, non banalizziamo in questo modo una tematica seria come l'invecchiamento. Una banalità resta tale, infatti, a prescindere da chi la dice. Con il massimo rispetto, ma altrettanta fermezza, penso che quando si passa il segno è bene che qualcuno lo faccia notare. Se il giudizio si fosse fermato al comodo-scomodo sarebbe stato molto meglio per tutti".

E l'anima leggera delle antiche contese tra don Camillo e Peppone si levò, nemmeno troppo lieve, sul Lario.

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