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Cronaca

Omicidio della piccola Sharon: il suo assassino era lucido

Depositate le motivazioni della condanna all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Como

"Piena lucidità nell'agire" questo è uno degli aspetti riportati nelle motivazioni depositate dalla Corte d'Assise di Como sulla condanna all'ergastolo (nel primo grado del processo) per Gabriel Robert Marincat. Il rumeno 26enne, quando uccise la piccola Sharon era il compagno della mamma della bambina e la stava accudendo a casa. L'atroce delitto avvenne a Cabiate l’11 gennaio del 2021. Nelle 31 pagine depositate dal presidente della Corte, Luciano Storaci emerge che il 26enne non abbia mai dato una vera motivazione per il terribile gesto e che ha sempre parlato di un generico nervosismo, sfociato in un'escalation di violenza che ha portato alla morte della bimba di soli due anni. Esclusa anche l'incapacità d'intendere e di volere: tutto fu fatto con "piena lucidità" e lo dimostrerebbe anche la scusa delle stufetta caduta in testa alla bambina, che fu la prima versione che Gabriel Robert Marincat fornì quel maledetto giorno, l'11 gennaio del 2021, in cui i soccorritori del 118 trovarono la bimba in casa a Cabiate priva di sensi: trasportata all'ospedale di Bergamo con l'elisoccorso perse la vita poche ore dopo. Nello svolgimento del processo (a porte chiuse per il rispetto della minore e la particolare crudeltà utilizzata) emerse anche che se Marincat avesse chiamato il 118 tempestivamente la piccola Sharon poteva essere salvata. Come riportato nelle motivazioni Gabriel Robert Marincat era pienamente lucido nell'agire e si è comportato in modo "tale da condurre al peggioramento delle condizioni di Sharon fino al decesso".

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