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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Nicola, 30 anni di pane in via Milano: "Stroncati dalle fasce orarie, la gente evita la zona"

"A volte è così deserto che mi chiedono se è successo qualcosa...". Incontro Nicola Benetti al tramonto, intorno alle 18.30 di mercoledì 23 settembre. Le serrande sulla sua storica panetteria di famiglia di via Milano Alta, incrocio con via...

"A volte è così deserto che mi chiedono se è successo qualcosa...". Incontro Nicola Benetti al tramonto, intorno alle 18.30 di mercoledì 23 settembre. Le serrande sulla sua storica panetteria di famiglia di via Milano Alta, incrocio con via Anzani - 30 anni di vita e farine nel quartiere - sono appena calate. La sua preoccupazione è quante volte riuscirà ad alzarle ancora. "Ormai qui non è più questione di lavorare e guadagnare, è questione di quanto si riuscirà a sopravvivere", dice Nicola quasi con tono fatalista.

"La gente compra sicuramente meno il pane e la crisi generale ha colpito tutti - premette delicatamente prima di affondare i colpi - Ma qui non bisogna prendersi in giro: l'introduzione del divieto di entrare in auto nella via dalle 7 alle 9 è stato il colpo che ci ha tagliato le gambe, unito all'assenza totale di parcheggi per chi volesse entrare in uno qualsiasi dei negozi nella parte alta. Non è mai stato facile qui, due anni anni fa il Comune ha deciso di stroncarci del tutto". C'è un'amarezza enorme nelle parole di Nicola. "Se prima si lavorava per avere il giusto margine, dal giorno dell'introduzione del divieto (metà 2013, ndr) in poi, le vendite hanno subito un tracollo - spiega - In una situazione delicata, quel provvedimento ha segnato lo spartiacque. D'altronde, per una panetteria perdere totalmente la clientela di passaggio dalle 7 alle 9 non poteva che avere quell'esito. Ma c'è di più: gli effetti non si sentono soltanto in quei 120 minuti, ma vanno ben oltre. "Perché molti - conferma Nicola - quando arrivano in fondo alla Napoleona vedono quel cartello gigantesco di divieto e, anche se in piccolo, sotto, c'è scritto che vale solo dalle 7 alle 9, non si fidano e girano in via Grandi. E piano piano, quell'abitudine a evitare via Milano si è consolidata. Con il risultato che qui quasi nessuno tiene più aperto al pomeriggio, ma soprattutto i negozi chiudono uno dopo l'altro. E ora sto facendo i conti anche io, perché non puoi lavorare in perdita".

Il caso è noto anche al presidente di Confesercenti, Claudio Casartelli. "E' vero che tutte le attività di panetteria sono in calo, così come lo è il consumo stesso di pane - premette - Ma se il settore è già in difficoltà, la cosa più logica sarebbe valutare come sostenerlo. Invece nel caso di via Milano il Comune ha introdotto un provvedimento che può solo ammazzarlo e creare ulteriori problemi a tutti i negozi della strada. Così, mentre a Palazzo Cernezzi si pensa a una città fatta di bici e isole pedonali, intere vie del piccolo commercio muoiono. E vengono cancellati negozi che hanno fatto la storia della città, come questo".

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