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Un museo del mobile a Cantù? Per Bizzozero è un sogno: "Ma dobbiamo crederci"

C’è speranza per costituire un museo del mobile a Cantù? “Non so se c’è speranza. Bisogna che ci sia convinzione”. Questa la risposta del sindaco Claudio Bizzozero su un tema che a Cantù si trascina da anni: la costituzione di un museo del mobile...

C’è speranza per costituire un museo del mobile a Cantù? “Non so se c’è speranza. Bisogna che ci sia convinzione”. Questa la risposta del sindaco Claudio Bizzozero su un tema che a Cantù si trascina da anni: la costituzione di un museo del mobile in città, visto che la cittadina brianzola è conosciuta principalmente per questa attività. L’occasione per parlare dell’argomento è stato l’incontro che si è tenuto alla mostra permanente del mobile in piazza Garibaldi. E’ stato presentato, infatti, il libro dal titolo: “Progetto del museo e riqualificazione urbana – studi per un museo del mobile e dell’arredamento a Cantù”, scritto da quattro architetti del politecnico di Milano: Gianni Ottolini, Massimiliano Nocchi, Matteo Pirola e Sfefania Varvaro. Il progetto illustrato è pensato per un museo moderno e in grande stile, si potrebbe dire “futuristico”. Come spiega il professor Ottolini: “Oggi i musei sono delle realtà complesse. Non si tratterebbe soltanto di un museo del mobile”. L’idea, dunque, è quella di creare un luogo che sia centro di catalizzazione per l’intero tessuto produttivo. Se qualcuno pensa di creare un museo nel senso classico del termine si trova completamente fuori strada: il progetto pensato dagli architetti del politecnico è una struttura attrattiva e accattivante, lontana dall’idea statica che di solito si associa all’immagine di un museo. Ma il sindaco Bizzozero, intervenuto a questo incontro, ci va cauto: “Non bisogna soltanto sognare. Bisogna trovare poi quella concretezza che consente di trasformare i sogni in realtà”. Il progetto, sottolinea Bizzozero, è bellissimo e sicuramente “di un museo paesano questa città non ha bisogno”, precisa. Insomma, per il primo cittadino, se si dovesse mettere mano alla costruzione di un museo del mobile, bisogna che sia fatto in maniera da diventare un vero e proprio polo d’attrattiva non solo per i visitatori, ma anche per le associazioni di categoria. In ogni caso, secondo Bizzozero "è inevitabile un adeguato coinvolgimento del privato” e inoltre "bisogna coinvolgere non solo la città, ma l’intero distretto legno-arredo. Questa è la vera sfida”. In passato, come ricorda il presidente del comitato per il museo del mobile, nonché presidente della Confartigianato Cantù, Daniele Tagliabue, la precedente amministrazione aveva aperto la chiesa di Sant’Ambrogio e concesso l’esposizione di alcune eccellenze del territorio. Certo, si trattava però di iniziative che hanno avuto un inizio e una fine: “I progetti presentati oggi sono veramente emozionanti. Io penso però che una visione così lontana sarà molto difficile realizzarla”, sostiene Tagliabue. Ciò non toglie, però, che "non si possano ricreare esposizioni estemporanee per il settore legno-arredo, importanti per il territorio canturino e brianzolo”.

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