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Cronaca

Monumento alla Resistenza: Storia e Memoria trattate come una latrina

L'odore è forte, acre, ributtante. Un pugno al naso che si schianta nello stomaco. La scena è repellente ma porta subito una grande tristezza: non solo per ciò che mostra ma anche, e soprattutto, per quanto racconta. Chiusa tra le scale del...

L'odore è forte, acre, ributtante. Un pugno al naso che si schianta nello stomaco. La scena è repellente ma porta subito una grande tristezza: non solo per ciò che mostra ma anche, e soprattutto, per quanto racconta. Chiusa tra le scale del Monumento alla Resistenza Europea dei giardini pubblici di Como c'è una latrina a cielo aperto. Nel quadrato dove convergono simbolicamente le tre rampe di scale disegnate da Gianni Colombo, tra le grandi lastre in metallo ossidato che portano incise memoria e storia, chiunque si ritiene autorizzato a liberare il proprio corpo da ogni bisogno impellente. Non è un fatto episodico ma sistematico, evidente (di cui mostriamo le foto meno raccapriccianti ma abbastanza precise perché sia facile inquadrare quanto accade in uno dei luoghi più importanti del capoluogo).

Sciatteria e degrado sono cronache ordinarie a Como e in molte città ma, così come accaduto stamane al Monumento ai Caduti dove qualcuno ha spaccato il vetro della porta, anche in questo caso l'atto di violenza è doppio. Colpisce perché segnala disinteresse, distanza, incapacità di rispetto, in una parola: ignoranza. Così il pugno allo stomaco non arriva solo per un po' di puzza, ma per qualcosa di peggio. "Il monumento è stato realizzato dal Comune - spiega il sito dell'Anpi lariana - su proposta dell’Istituto di Storia del Movimento di Liberazione di Como (oggi Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta), come ammonimento e memoria. Una Commissione di esperti scelse, fra le varie proposte pervenute, il progetto dell’architetto milanese Gianni Colombo". "Le tre scale convergenti - prosegue la scheda - fra loro ricordano le impervie scalinate percorse con sempre maggior tormento dai deportati nei campi di sterminio nazisti. Le grezze e fredde piastre metalliche portano incisi brani delle ultime volontà scritte dai condannati a morte, appartenenti a comunità e nazionalità diverse. Le comunità d’Europa presenti in questo monumento sono diciotto. Sono le comunità in cui la Resistenza è stata particolarmente incisiva, in cui più intenso è stato il sacrificio della vita offerta per contrastare la dittatura e il genocidio, per contribuire alla costruzione di un mondo libero e di pace". La stessa Anpi non molto tempo fa denunciava lo stato di "abbandono e degrado del monumento". "Anni di trascuratezza - spiegavano sempre su anpisezionecomo.net - non possono essere spazzati via solo con una pulizia occasionale per eventi quali il 25 aprile. Occorre che l’Amministratore locale si impegni a valorizzare il monumento, i suoi spazi circostanti, facendone luogo di visita, luogo di cultura. La città di Como deve riappropriarsi di questo monumento, valorizzarlo e farne punta di orgoglio della sua unicità in Europa e nel mondo".

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