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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Michele Pierpaoli, l'Ordine al Novocomum e la dignità di Como da rispettare

"Non entro nel merito delle iniziative commerciali. Dico soltanto che a Como si dovrebbero studiare sempre strutture per le attività economiche che siano degne di questa città". Per estrarre il titolo giornalistico da queste due frasi...

"Non entro nel merito delle iniziative commerciali. Dico soltanto che a Como si dovrebbero studiare sempre strutture per le attività economiche che siano degne di questa città". Per estrarre il titolo giornalistico da queste due frasi sibilline del presidente dell'Ordine degli architetti di Como, Michele Pierpaoli - per quanto già chiare di per sé, naturalmente - è indispensabile riferire anche la domanda di partenza: "Architetto, cosa pensa delle polemiche per la casetta posizionata sul lungolago e del dibattito in corso sui mercatini vari che spesso affollano le piazze principali di Como, tra tende e salamelle?". Probabilmente, così, il peso della risposta del presidente dell'Ordine risulta molto, molto più chiaro. Ed evidentemente cela in sé il dubbio che forse negli ultimi tempi la "deregulation" di gazebo e salsicce abbia prodotto qualche eccesso. Una riflessione affrontata stamane nella nuovissima sede cittadina dell'Ordine, nientemeno che al Novocomum di Terragni: raramente una sede ha rispecchiato così fedelmente la storia e l'attività dei suoi inquilini.

"Sulla casetta, come su ogni altro caso simile, credo sia doverosa una valutazione dell'impatto paesaggistico - prosegue Pierpaoli - E mi pare logico anche che queste osservazioni, peraltro previste dalle norme, siano estese anche alle strutture temporanee. Il discorso è che l'economia e le sue legittime attività devono trovare una sinergia con le istituzioni, se vogliamo a partire proprio dal Comune. Ma deve esistere un equilibrio tra le parti secondo cui è poi l'amministrazione che decide e che tiene il pallino, senza subire le iniziative altrui. Il tutto tenendo presente che qualsiasi manufatto che viene posato a Como deve necessariamente rispettare la storia e le caratteristiche dei luoghi, specialmente in alcuni punti. Insomma, deve essere degno della città". Un discorso, quello di Pierpaoli, che fa riaffiorare anche la posizione da lui espressa la scorsa estate sulla collocazione del monumento di Daniel Libeskind a suo modo di vedere troppo impattante sulla delicatezza del paesaggio circostante. "Ma ormai quello che pensavo su questa vicenda l'ho detto chiaramente - dice ora il presidente - Credo che si possa ritenere conclusa la questione, almeno fino a che non sarà inaugurata l'opera".

Non è stato l'unico argomento, questo, affrontato da Pierpaoli tra una visita e l'altra agli uffici e ai saloni della nuova sede nel Novocomum (370 metri quadrati circa in locazione, un biglietto da visita unico al mondo, una sala conferenze da 90 persone con uno spazio adibito a piccole esposizioni temporanee, uffici di segreteria, sala consiglio, profumo di storia dell'architettura a ogni metro con l'ambizione del presidente di agevolare l'accessibilità al gioiello di via Sinigaglia da parte di comaschi, studenti, visitatori stranieri, ricercatori).

Si diceva, una ampia fetta della discussione post-presentazione è caduta sull'area stessa dove la nuova sede insiste: la cittadella razionalista e il nodo-stadio. "Bisognerebbe sempre tenere viva l'attenzione su questa area - ha affermato Pierpaoli - Si tratta di una zona estremamente delicata, con la presenza di tantissime attività sportive e ricreative. Ecco, sarebbe bene che un'attività, il calcio, non diventasse egemone su tutto. Quando ci sono le partite e tutta l'area è chiusa per le questioni di sicurezza, la coerenza con lo spirito con cui qui attorno tutto è stato costruito, si perde. Lo stadio, poi, da un punto di vista architettonico ormai è irriconoscibile, la città dovrebbe interrogarsi sul futuro dell'impianto e quindi dell'area nel suo complesso. Lo fece qualche tempo fa, ipotizzando la costruzione di uno stadio fuori città, poi quei ragionamenti si sono interrotti ed è un peccato". Grande.

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