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Cronaca

Maxi operazione antidroga della polizia a Monza: spacciatori attivi anche nel Comasco

Clienti di ogni età, molti studenti minorenni che acquistavano cocaina e marijuana da una rete di pusher marocchini, gambiani, nigeriani e senegalesi

Gli scivoli, i giochi per i bambini e poi le panchine diventate "bancarelle" di droga dove si poteva trovare una dose a ogni ora del giorno, alla luce del sole. E tutto intorno le "vedette" che presidiavano il parchetto trasformato in una delle più attive piazze di spaccio della città di Monza, ma dove sono coinvolti anche pusher delle province confinanti di Como e di Lecco.

Ai giardinetti di via Azzone Visconti, in quell'angolo verde trasformato in una "roccaforte" della droga dove lo scorso gennaio era stato violentemente aggredito anche l'inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti insieme a due suoi collaboratori, lunedì pomeriggio è scattato il blitz della polizia di Stato nell'ambito dell'indagine "Dedalo" che ha portato all'esecuzione di cinquantatré ordinanze di custodia cautelare con un totale di 61 persone indagate.

"Lo spaccio di sostanze stupefacenti è un fenomeno diffuso che in alcune aree della città era arrivato a livelli non più sostenibili" ha spiegato il procuratore capo Claudio Gittardi, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dei risultati dell'operazione. Un problema con un risvolto anche sociale, ha ribadito, che coinvolge anche i giovanissimi. 

Il "dedalo" della droga 

Il blitz è scattato nel pomeriggio di lunedì 12 ottobre, come riportato su Monza Today, e la Squadra Mobile della Questura di Monza, che ha lavorato in collaborazione con 160 uomini di rinforzo inviati dal Ministero dell'Interno e con i colleghi di altre province, ha effettuato i primi fermi sorprendendo gli spacciatori proprio sul posto di "lavoro". Martedì mattina poi sopra la città di Monza si è alzato in volo anche un elicottero del Reparto Milano Malpensa e gli agenti hanno effettuato perquisizioni e controlli in città e in alcuni comuni della provincia dove sono stati raggiunti i destinatari dell'ordinanza. L'indagine - denominata "Dedalo" proprio per la complessità di rapporti emersi tra i diversi soggetti, di etnie differenti ma in rapporti di reciproca collaborazione tra loro - è iniziata nell'ottobre 2019 ed è stata coordinata dai sostituti procuratori della Procura della Repubblica di Monza Salvatore Bellomo e Sara Mantovani. Sono state cinquantatré le ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito dell'inchiesta e - hanno specificato da via Montevecchia - quasi tutte sono state eseguite. Ora 38 persone si trovano in carcere, 2 soggetti sono invece agli arresti domiciliari e per gli altri 13 è scattato il divieto di dimora nelle province di Monza e Brianza, Como e Lecco e Milano.

VIDEO | Blitz in via Azzone Visconti

Un'attività investigativa complessa che ha portato gli uomini della squadra Mobile monzese a effettuare centinaia di appostamenti con oltre mille ore di registrazioni video, centinaia di intercettazioni telefoniche e la documentazione di oltre quattromila episodi di cessione o detenzione di droga per un valore di circa 500mila euro. 

Cocaina, hashish e marijuana vendute anche ai 15enni 

Un "dedalo" di spacciatori - marocchini, gambiani, nigeriani e senegalesi soprattutto - e un viavai continuo di clienti, con un centinaio di cessioni che ogni giorno, alla luce del sole, avvenivano sotto gli occhi degli investigatori che da tempo stavano monitorando l'area. In via Visconti arrivavano clienti di ogni età, dagli studenti (molte studentesse anche) minorenni ai clienti abituali che - a volte - non trovando il proprio spacciatore di fiducia lo contattavano al telefono per farsi poi raggiungere. Il "business" della cocaina era gestito dai pusher di origine marocchina mentre hashish e marijuana erano le merce trattata dai "colleghi" dell'Africa occidentale, molti dei quali cittadini richiedenti asilo.

Vedette e pranzo consegnato sulle panchine ogni giorno

A garantire che tutto filasse liscio e non vi fossero "sorprese" c'era anche una numerosa schiera di vedette, appostate tra le panchine del parchetto ma anche nei dintorni, a piedi o in bicicletta, pronte ad avvisare i pusher dell'eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Il parchetto di via Visconti si popolava al mattino e non si svuotava quasi mai, con l'attività che proseguiva ininterrottamente. Uno smercio intenso che non poteva essere interrotto se non per la pausa pranzo a cui nemmeno i pusher rinunciavano: ogni giorno infatti alla stessa ora qualcuno arrivava con un sacchetto pieno di vivande e le distribuiva. Così come spesso avveniva per la droga, prima di iniziare l'attività. Insieme ai pusher che vendevano le singole dosi al parchetto l'inchiesta si è allargata fino ai livelli superiori e sono stati individuati anche i fornitori attivi anche fuori da Monza, nella zona di confine tra le province di Lecco, Como e Sondrio.

Nell'ambito dell'indagine sono stati sequestrati due chili di marijuana, 200 grammi di hashish, 200 grammi di cocaina e 200 grammi di eroina insieme al 10mila euro in contanti e a un nuovo tipo di sostanza, la "gardella", per la prima volta intercettata a Monza.

A Monza spunta anche la "gardella"

Insieme alla cocaina, alla marijuana e all'eroina sequestrate nell'ambito dell'indagine gli investigatori della Squadra Mobile hanno rinvenuto anche la "gardella hash", una sostanza piuttosto nuova sul mercato degli stupefacenti ma soprattutto un "unicum" per Monza. Ad oggi non risulta infatti nessun sequestro precedente per questa tipologia di sostanza. Si tratta di un particolare tipo di sostanza che è una combinazione di hashish e marijuana ottenuta dalla triturazione di quest'ultima poi ricompattata come resina con un principio attivo del valore di quasi dieci volte quello rintracciato in una dose di marijuana o hashish convenzionale. La "gardella" sequestrata ammonta a quasi un chilo con 600 grammi intercettati durante l'indagine e ulteriori 200 grammi sequestrati martedì durante il blitz in via Azzone Visconti, sempre a carico dello stesso pusher. 

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