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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Beregazzo con Figliaro

Beregazzo, maxi frode: lavoravano come operai ma con reddito di cittadinanza. Sequestrati 2,7 milioni di euro

Il rapporto di lavoro con la ditta era stato dichiarato solo alle autorità rumene e quindi in Italia risultavano disoccupati

Le indagini della guardia di Finanza di Olgiate Comasco nel cantiere edile di Beregazzo con Figliaro erano cominciate per un controllo in materia di lavoro nero. Già dai primi accertamenti era emerso che la società (con sede legale a Sesto San Giovanni) avesse avuto alle sue dipendenze dal 2015 al 2021 75 operai inquadrati come lavoratori subordinati temporaneamente distaccati da un'azienda rumena. La normativa sul distacco transnazionale di lavoratori consente alle imprese nel territorio europeo di far lavorare in un altro paese dei propri dipendenti in altre aziende mantenendo però il pagamento delle tasse e la previdenza sociale nel paese d'origine. In questo caso invece i 75 operai si erano stabiliti definitivamente in Italia e alcuni di loro nonostante percepissero regolarmente lo stipendio, erano riusciti a richiedere e ottenere il reddito di cittadinanza. Questo è stato possibile perchè il rapporto di lavoro con la ditta era stato dichiarato solo alle autorità rumene e quindi in Italia risultavano disoccupati. L'indagine portata avanti dalle fiamme gialle Comasche e coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, attraverso perquisizioni e accertamenti hanno permesso di dimostrare l'artificiosa costruzione giuridica dei rapporti intercorsi tra l’azienda italiana e quella rumena, risultata essere del tutto inesistente e gestita dal medesimo indagato da un ufficio stabilito all’interno del proprio domicilio.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Monza, su proposta della Procura della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, nei confronti della società italiana e del proprio rappresentante legale per una somma di 2.748.937, 04 milioni di euro pari al danno cagionato alle casse dello Stato Italiano. Al momento, sono stati sottoposti a sequestro circa 830 mila euro in contanti  ed un’abitazione di pregio a Sesto San Giovanni (MI) del valore di oltre 600 mila euro.

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