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Cronaca

Malvivente investe carabiniere poi viene ucciso. Dotti (FdI): "Nessun dispiacere"

Un rapinatore seriale di 39 anni fugge al posto di blocco, si lancia in una folle corsa per le vie di Gallarate a bordo di una Panda rubata minacciando il proprietario con un coltello e - rimasto in trappola in una stradina stretta e senza via...

Un rapinatore seriale di 39 anni fugge al posto di blocco, si lancia in una folle corsa per le vie di Gallarate a bordo di una Panda rubata minacciando il proprietario con un coltello e - rimasto in trappola in una stradina stretta e senza via d'uscita - investe uno dei carabinieri scesi dall'auto per bloccarlo, provocandogli una grave frattura scomposta a una gamba. A quel punto, con l'altro collega dell'Arma rimasto incolume dopo il tentativo di investimento, parte un proiettile che uccide il malvivente, con il colpo che gli trapassa la spalla e si conficca nel collo, con esito letale. Il fatto è accaduto alle 3 della scorsa notte nel grosso centro varesino, e per la sua componente tragica ha rapidamente acquistato una risonanza nazionale. Echeggiando forte, naturalmente, anche nella nostra provincia, lontana poco più di una manciata di chilometri dai luoghi dei fatti. E anche tra i politici comaschi, c'è stato chi ha voluto esprimere il proprio punto di vista.

dotti-post-6ott15Si tratta di Francesco Dotti, ex sindaco di Argegno e oggi consigliere regionale sotto le insegne di Fratelli d'Italia. Il quale ha affidato a Facebook il proprio pensiero, dapprima esprimendo vicinanza agli uomini dell'Arma protagonisti della vicenda: "Siamo vicini ai Carabinieri, auguriamo pronta guarigione al Carabiniere ferito (operato alla gamba, non è in pericolo di vita ndr)". Poi, però, aggiungendo un passaggio - durissimo - rivolto al rapinatore deceduto: "Nessun dispiacere per il malvivente ucciso". Uomo, come riporta il Corriere della Sera, già noto alle forze dell'ordine, che viveva di espedienti e aveva diversi precedenti penali in particolare per piccoli furti tra Milano, Gallarate e Varese. Una tale serie di malefatte da convincere il consigliere regionale comasco a negare pubblicamente la "pietas" in seguito alla morte violenta.

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