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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Licenziate, riassunte, in esubero: il pasticcio delle ex farmaciste costa 58mila euro al Comune

Nuovo capitolo dell'odissea legata al personale in servizio fino a 2 anni fa nella farmacia comunale di Muggiò e, praticamente da quel momento, in perenne contenzioso legale con Palazzo Cernezzi. Dopo la vendita ai privati dell'ex esercizio...

Nuovo capitolo dell'odissea legata al personale in servizio fino a 2 anni fa nella farmacia comunale di Muggiò e, praticamente da quel momento, in perenne contenzioso legale con Palazzo Cernezzi. Dopo la vendita ai privati dell'ex esercizio comunale (cosa accaduta anche per la farmacia di Sagnino), le due professioniste vennero di fatto "cedute" (ovviamente in senso lato) ai privati che comprarono l'attività; ma le due farmaciste, la cui assunzione non rientrava nei piani dei nuovi proprietari della farmacia, presentarono ricorso per rientrare nuovamente rientrate nell'organico comunale.

Ebbene, una sentenza del giugno scorso emessa dal giudice del lavoro ha dato loro ragione, in virtù delle clausole contrattuali che prevedevano effettivamente la loro riammissione in servizio con la qualifica di dirigenti nel caso di chiusura (o, in questo caso, dismissione) degli esercizi. Ma, a quel punto, la giunta, pur dando necessariamente esecuzione alla sentenza, non soltanto presentò ricorso contro la prima sentenza, ma inserì anche le due professioniste nella lista del personale in esubero, tramite l'apertura di una procedura di mobilità.

davOra, con le farmaciste formalmente nella pianta organica dell'amministrazione con qualifica dirigenziale, pur sapendo di rientrare tra il piano di tagli dell'amministrazione e per di più in attesa di una nuova sentenza, ora ecco che arriva il contro di questa contorta e forse eccessivamente pasticciata vicenda: 58mila euro e spiccioli. Ossia, la quota che - tra duelli legali, allontanamenti e reintegri - il Comune ha appena stanziato per le retribuzioni da corrispondere alle farmaciste, che ovviamente a oggi non si occupano di un settore medico-farmaceutico che nell'amministrazione non esiste.

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