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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Le paratie rompono il Tavolo: centrodestra critico, Lega assente. Molteni: "Lucini ha fallito"

L'atmosfera - forse visto anche il calendario che segna 3 agosto - era apparentemente distesa e rilassata. Così come, pare, lo sia stata anche la discussione che si è svolta stamane alla riunione del Tavolo della competitività dedicata interamente...

L'atmosfera - forse visto anche il calendario che segna 3 agosto - era apparentemente distesa e rilassata. Così come, pare, lo sia stata anche la discussione che si è svolta stamane alla riunione del Tavolo della competitività dedicata interamente alla questione paratie, come noto paralizzata dalle osservazioni dell'Autorità Anticorruzione in attesa di controdeduzioni da Palazzo Cernezzi. Ma se il "ritratto di famiglia" fotografato attorno al relatore principe della giornata, ovviamente il sindaco Mario Lucini, appariva sereno, la realtà dietro la "tela" sembra essere un po' meno uniforme. Non tanto perché siano emerse particolari novità sulla vicenda, ferma esattamente a una settimana fa in attesa che il Comune di Como elabori il proprio documento in risposta all'Anac entro i primi di settembre. Quanto, piuttosto, perché due correnti di pensiero (tutto politico, a dire la verità) si sono delineate piuttosto chiaramente oggi alla Villa del Grumello. Da un lato, vi è il blocco che è comprensibilmente compatto attorno all'azione del primo cittadino di Como, ossia il mondo Pd (dal consigliere regionale Luca Gaffuri ai deputati dem Chiara Braga e Mauro Guerra), parte del fronte sindacale e - qui più per ragioni di mimetismo tattico, forse - quella parte del mondo economico che finora ha sempre sostenuto (più o meno tiepidamente) la giunta in carica, a partire dal nodo-lungolago. Questo fronte, anche stamattina, ha confermato appoggio a Lucini, non ha perso occasione di sottolineare il ruolo della Regione a guida leghista in tutto l'affaire paratie e ha scartato senza troppi dubbi le varie ipotesi circolate nelle scorse ore (dal commissariamento del cantiere fino alla - del tutto teorica - chiusura qui dei lavori qui, senza proseguire oltre).

daniela-maroni-consigliera-segretariaPoi, però, c'è il blocco molto, ma molto meno docile con il sindaco di Como. Passa dalla Lega Nord che non casualmente oggi ha disertato la riunione sia con il deputato Nicola Molteni, sia con il consigliere regionale Dario Bianchi, coinvolge in pieno la consigliera regionale della Lista Maroni, Daniela Maroni, il consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco Dotti e non è in realtà lontanissima nemmeno dal pensiero del sottosegretario di Forza Italia in Regione, Alessandro Fermi.

Alessandro Fermi (Pdl)Il quale, forse meno "falco" degli altri, anche per il ruolo di responsabilità che ricopre nell'esecutivo Maroni, oggi è però stato l'unico a lanciare una proposta inedita. Che, in pratica, punta a non drammatizzare troppo l'intervento Anac alla luce del fatto, per esmepio, che non è stato rilevato alcun problema di corrutela in 20 anni di iter-paratie nonostante le numerose obiezioni in relazione al mancato rispetto (teorico, finora) del Codice degli appalti. La tesi espressa da Fermi è chiara: le contestazioni Anac sono in gran parte tecniche, e in misura minore legate - appunto - al mancato rispetto del Codice. Ma, prima di tutto, queste violazioni sono ancora tutte da controbattere ed eventualmente da confermare in fase di chiusura del fascicolo da parte dell'Autorità; inoltre, mancando segnalazioni di corruzione, ad oggi l'Anac potrebbe eventualmente inviare nuove segnalazioni alla Corte dei Conti, nel caso ravissasse danni erariali, dove però esiste già un fascicolo aperto. Insomma, schiavata l'accusa di corruzione, secondo il sottosegretario di Forza Italia forse il diavolo non è così brutto come lo si dipige. Teorie.

sopralluogo-caserma-8Tornando al fronte scettico/contestatore rispetto all'operato della giunta Lucini - che, come abbiamo visto, ha nei banchi della maggioranza di governo della Regione un nocciolo duro e potenzialmente influente - è il parlamentare del Carroccio, Nicola Molteni, a fissare in poche parole il j'accuse diretto anche contro il Tavolo stesso: "L'assenza della Lega al Tavolo? No, non era causale e non ci nascondiamo affatto. Il perché è molto chiaro: il sindaco Lucini aveva un mandato ottenuto nel 2012 fa sull'onda del successo alle elezioni. Ma dopo dopo tre anni ha fallito e non deve rendere conto a un Tavolo che non ha competenza sul tema paratie ma ai cittadini che lo hanno eletto". Bordate, dunque. Che infrangono definitivamente la teorica compattezza territoriale e trasversale attorno all'esecutivo di Como e all'organismo di Villa del Grumello. E che, a quanto pare - persino al di là di come finirà la vicenda dell'Anticorruzione - sul tema del lungolago non sembrano aprire un prato di violette di fronte a Lucini e al centrosinistra comasco da qui alle elezioni comunali del 2017.

Resta, in ultimo, un piccolo giallo. Formalmente, dal Tavolo della competitività sarebbe dovuto emergere un documento condiviso per appoggiare la prosecuzione dell'iter paratie nella speranza di risolvere l'impasse. A fine riunione, però, del documento ancora non vi era traccia perché non firmato da tutti i componenti. Pesano le assenze agostane, senza dubbio. Ma sul fatto che i consiglieri regionali di centrodestra e la Lega possano apporre le rispettive sigle su un simile impegno scritto - che dovrebbe arrivare entro poche ore - i dubbi sono molti.

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