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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La sentenza di Michelini, la sferzata di Lucini: memorabile "processo" alle paratie

"La città dovrebbe riflettere...". Mario Lucini, ieri sera, ha pronunciato una delle frasi forse più amare - e vere - sulla storia recente di Como, dei comaschi e del cantiere che quegli stessi comaschi hanno voluto (o almeno votato, prima che...

Poi ecco che il microfono è passato a Lucini. Il quale non ha risposto al cuore dell'intervento di Michelini ("L'esperienza politica della giunta è finita") ma ha rivendicato alcuni punti importanti del passato. Il primo, ad esempio, è stata la risposta all'accusa di chi sostiene una domanda ormai classica: "Ma come? Diete che siete contrari alla paratie e ancora le portate avanti?".

"Ho sempre detto e sapete tutti che eravamo contrari al progetto - ha ribattuto il sindaco - Ma ho sempre detto che avremmo ridefinito un progetto carente per limitarne ipotenziali danni legati a opere inadeguate, che avremmo rinegoziato la quota di invaso del lago e che avremmo cercato di trovare una soluzione ridimensionata. Già in campagna elettorale nel 2012 proponemmo ai cittadini una strada ragionevole: sistemare le carenza di quel progetto, ma portarlo a termine". Qui, una dello poche "impennate" del sindaco che - rivolgendosi probabilmente a Michelini - ha affermato di "non accettare passivamente critiche di scarsa trasparenza perché per il coinvolgimento della città e della società civile, oltre ai confronti con il Tavolo della Competitività, abbiamo anche organizzato due incontri pubblici nell'aula magna del Politecnico, tra 2012 e 2013, per illustrare alla città quello che sarebbe diventato il progetto". Dopo aver rivendicato "il lavoro valido e importate sul fronte tecnico" portato avanti, Lucini ha però ammesso che "non è facile dire oggi quale possa essere la strada", pur non mettendo mai in dubbio la sua intenzione su quel cantiere: "Continuo a pensare che fermarsi o abbattere ciò che è stato realizzato finora non sia utile alla città. Dobbiamo andare avanti". Infine - in parte ricollegandosi anche all'intervento del sottoscritto, che per larghi tratti ha ripreso l'editoriale sul mito della presunta società civile immacolata - il primo cittadino ha persino allargato il tema di discussione. Lo ha fatto tornando alla primavera del 2007, "quando il sindaco Bruni firmò l'aggiudicazione del cantiere per le paratie a una settimana dalle elezioni comunali. In quegli stessi giorni, il candidato sindaco del centrosinistra Luca Gaffuri disse apertamente ai comaschi che con lui non si sarebbero mai fatte le paratie, Bruni ribadì che lui avrebbe fatto le paratie. Eppure vinse il secondo, con il 56%. Forse anche la città dovrebbe riflettere".

Una frase, questa, che pesa più del lungolago intero.

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