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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"La Regione dia Rup e direttore lavori": un parere legale dietro la lite Comune-Regione

Il retroscena sulla baruffa andata in scena ieri a Palazzo Lombardia tra Regione e Comune circa la mancata nomina dei nuovi direttore dei lavori e Rup paratie c'è, è tutt'altro che secondario e ha due date molto precise: 17 e 27 giugno. Ossia...

Il retroscena sulla baruffa andata in scena ieri a Palazzo Lombardia tra Regione e Comune circa la mancata nomina dei nuovi direttore dei lavori e Rup paratie c'è, è tutt'altro che secondario e ha due date molto precise: 17 e 27 giugno. Ossia quando a Palazzo Cernezzi sono stati protocollati altri due pareri dello studio legale milanese Greco-Muscardini commissionati dall'amministrazione cittadina per provare a uscire dall'incredibile pantano in cui è finito il "piccolo Mose".

grassi-2I fatti più recenti sono noti: ieri, nel vertice che avrebbe dovuto tracciare definitivamente la strada per riportare in vita il cantiere del lungolago, i rappresentanti del governo (Mauro Grassi di Italia Sicura su tutti) hanno assistito all'incredibile rimpallo di accuse e controaccuse tra Regione e Comune per la mancata designazione dei successori di Antonio Ferro (ex Rup) e Pietro Gilardoni (ex direttore dei lavori). Una lacuna esiziale, poiché qualunque strada si voglia percorrere per riattivare i lavori non può prescindere dalla presenza delle due figure, che si tratti di risoluzione del contratto con Sacaim o di tentare ancora una volta la via della variante.

Circa il rifiuto - inedito, per gravità e peso del tutto - opposto dal teorico Rup designato dal sindaco, Andrea Zuccalà, di rivestire l'incarico di Responsabile unico del procedimento abbiamo già dato conto, mentre recentissima è la novità di una lettera spedita dal Comune alla Regione nei giorni scorsi per sollecitare da parte di Palazzo Lombardia la nomina del direttore lavori. Ma da dove ha tratto Mario Lucini la forza per scaldare tanto i toni salvo poi presentarsi ieri a Milano senza Rup? Qui si torna, appunto, ai pareri legali ottenuti nei giorni precedenti dallo studio Greco-Muscardini.

Mario Lucini e Roberto MaroniNel primo, protocollato il 17 giugno, i legali milanesi rispondono senza incertezze al quesito posto dal Comune di Como circa la possibilità che il nuovo direttore dei lavori venisse nominato dalla Regione. "Dato che il Comune di Como non è in grado di nominare un direttore dei lavori nell'ambito del proprio organico - scrivono gli avvocati - compete dunque alla Regione individuarne uno all'interno della propria struttura dotato di idonea professionalità". Questo perché, scrivono sempre Guido Greco e Manuela Muscardini, "se così non fosse, il Comune, che deve provvedere all'esecuzione delle opere, sarebbe costretto a nominare un professionista privato, a valle di un'apposita procedura di gara. Il che, oltre a comportare un inevitabile (e ulteriore) rallentamento dei lavori, comporterebbe anche un aggravio dei costi, cui dovrebbe far fronte (anche) la Regione in qualità di ente finanziatore". Insomma, chiarissimo: senza la professionalità adeguata al proprio interno, o la Regione nomina subito in proprio un nuovo direttore lavori per le paratie, o - attendendo i tempi lunghi di un concorso pubblico - dovrebbe comunque pagarne in parte le spese successivamente.

????????????????????????????????????Ma, tutto sommato, se sul direttore lavori ieri la Regione sembra aver dato la propria disponibilità a procedere alla nomina, il vero nodo sul tavolo resta quello del nuovo Rup che finora (anche causa rifiuto dell'unico dipendente individuato) Palazzo Cernezzi non è riuscito a trovare. A questo punto bisogna dunque passare al secondo parere dello studio Greco-Muscardini protocollato in Comune il 27 giugno scorso.

Al termine di una lunga prima parte del documento, in cui gli avvocati ribadiscono l'unione pressoché indissolubile tra Comune e Regione nella scelta di procedere alla realizzazione della terza perizia di variante poi bocciata da Anac, c'è un paragrafo molto significativo anche per la questione dei tecnici. "Regione Lombardia - scrivono i legali, peraltro citando la convenzione Comune-Regione sulle paratie firmata congiuntamente il 7 ottobre 2013 - in qualità di ente responsabile dell'attuazione del Piano di difesa del suolo Valtellina e della gestione delle risorse finanziarie assegnate, ha compiti di affiancamento, indirizzo e controllo sull'attuazione del progetto approvato E che l'impegno assunto dalla Regione di affiancare il Comune nell'esecuzione dell'opera comporti anche l'obbligo di colmare la lacuna di personale tecnico comunale è confermato dalla legge 1/2000 che stabilisce infatti che il trasferimento ovvero la delega di funzioni comprendono anche l'organizzazione, le dotazioni finanziarie e di personale, nonché le attività strumentali necessarie all'esercizio delle funzioni stesse".

Poi ecco il passaggio chiave anche per interpretare l'improvvisa spaccatura di ieri. Sulla base di una serie di riferimenti normativi e legislativi Greco e Muscardini affermano infatti che "riteniamo prioritario chiedere alla Regione (e che la Regione di conseguenza fornisca) il personale avente le qualifiche necessarie per ricoprire il ruolo di direttore dei lavori (e, occorrendo, anche di Rup)".

paratie-19feb16-5"Occorrendo anche di Rup": ecco, almeno con buona probabilità, una spiegazione plausibile del perché ieri mattina a Palazzo Lombardia il sindaco Mario Lucini si sia presentato senza un Responsabile unico del procedimento, contando comunque di non essere in torto e di far leva sul parere legale per far sì che fosse la Regione a procedere anche per questa nomina. Ma - almeno seguendo questo ragionamento - ecco anche perché Palazzo Lombardia, probabilmente spiazzato dalla nuova richiesta e vista anche l'estrema delicatezza di quel ruolo nel caso di rescissione del contratto con Sacaim, si è irritata al punto da accusare Palazzo Cernezzi di essere "in stato confusionale", mandando a monte il tavolo.

Una partita a scacchi, dunque, consumata tra pareri legali e tensioni politiche, che però, ad ora, ha avuto un unico risultato: lascia ancora il cantiere sul lungolago abbandonato a se stesso.

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