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Cronaca

La maggioranza pasticcia, il duo Gaddi-Ajani la salva per sbaglio: consiglieri a casa anzitempo

In un solo colpo, il consiglio comunale di lunedì sera ha visto la maggioranza di centrosinistra rimediare una goffo inciampo e nel contempo il centrodestra (o meglio: due consiglieri di centrodestra, Sergio Gaddi di Forza Italia e Giampiero Ajani...

In un solo colpo, il consiglio comunale di lunedì sera ha visto la maggioranza di centrosinistra rimediare una goffo inciampo e nel contempo il centrodestra (o meglio: due consiglieri di centrodestra, Sergio Gaddi di Forza Italia e Giampiero Ajani della Lega) salvarla da un vero patatrac. Esito finale: delibera sulla vendita dell'ex scuola aperta di via Binda per un milione e rotti approvata ma senza il secondo voto per l'immediata eseguibilità del provvedimento a causa della mancanza del numero legale. Aspetto, solo quest'ultimo, rinviato a lunedì prossimo con uno scialbo pareggio tra le due fazioni che in sostanza non sposta nulla.

Al momento del voto sulla delibera per cedere l'immobile comunale destinato a ospitare quasi certamente una quarantina di appartamenti tra i 60 e gli 80 metri quadrati, il centrosinistra si è trovato con soli 16 voti fisicamente disponibili in aula, a causa di defezioni in corsa e assenze dal primo minuto. Un numero che non avrebbe garantito il numero legale necessario allo svolgimento del voto stesso, in teoria. Eppure, mentre gli altri consiglieri di opposizione lasciavano l'aula non condividendo la proposta, Gaddi (FI) e Ajani (Lega) sono rimasti ai rispettivi posti e si sono espressi con un'astensione. Tanto è bastato perché, raggiunta la quota minima di presenze necessarie a garantire la validità del voto, la delibera sia stata approvata.

Accortisi soltanto dopo di aver garantito l'okay al provvedimento rimanendo seduti, nel momento in cui l'aula è stata chiamata a votare l'immediata eseguibilità della delibera anche Gaddi e Ajani sono usciti dall'aula come hanno nuovamente fatto tutti gli altri esponenti dei gruppi di minoranza. A quel punto, i consiglieri di centrosinistra, ridotti - come detto - a sole 16 presenze e senza le "stampelle" precedenti, non hanno potuto garantire il numero legale e il presidente dell'assemblea, Stefano Legnani, ha dichiarato sciolta la seduta rinviando quello stesso voto a lunedì prossimo. Inutile dire che se Gaddi e Ajani fossero usciti anche nella prima occasione, sarebbe saltata (temporaneamente) anche l'approvazione delle cessione, cioè la più importante delle decisioni (la seconda, sui tempi, è più tecnica che di sostanza).

Cosa significa questo festival degli errori in termini pratici? Praticamente nulla: la vendita dell'ex scuola aperta, grazie al primo voto, è stata dichiarata da Legnani già approvata a tutti gli effetti. Tra una settimana - fatti salvi eventuali nuovi scivoloni - il provvedimento otterrà anche il via libera per la traduzione in atto immediata dell'alienazione del bene.

Insomma, come si accennava, un pareggio tra maggioranza e opposizione. Falloso e poco spettacolare.

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