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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La cittadella razionalista nel lager-stadio e il resto del mondo fuori. Como sconfitta in casa

Editoriale - Non è facile mantenere un equilibrio nel proporre una riflessione su ciò che si vede da qualche ora ai giardini a lago. Quindi vanno subito precisati alcuni cardini della questione: quelle inferriate oscene sono state...

Editoriale - Non è facile mantenere un equilibrio nel proporre una riflessione su ciò che si vede da qualche ora ai giardini a lago. Quindi vanno subito precisati alcuni cardini della questione: quelle inferriate oscene sono state esplicitamente chieste da tutte le forze dell'ordine - e ancora prima dagli organi nazionali del governo calcistico italiano - per motivi di sicurezza e per il contenimento ben delimitato delle tifoserie ospiti (e già questo potrebbe innescare la discussione su cosa sia il calcio oggi nel Belpaese, se uno sport o una questione di ordine pubblico); la realizzazione è stata delegata materialmente alla società Calcio Como, come abbiamo visto su mandato altrui, che viste le prescrizioni di base aveva poca scelta su come realizzare questa cosiddetta area di prefiltraggio; le strutture sono e saranno mobili, ossia asportabili per il lunghissimo periodo senza partite di serie B e collocate nelle giornate dei match ufficiali; sulle cancellate vi è - altro paradosso incredibile di questo strano Paese - il via libera della Soprintendenza (o della sua caricatura).

Tenute sempre rigorosamente a mente queste indicazioni, è altresì impossibile non sottolineare lo scempio - forse morale , per certi versi, oltre che paesaggistico - che segnano quelle terrificanti inferriate, quasi a separare, con una sorta di lager temporaneo, la minaccia degli scontri tra tifosi e il resto del mondo al parco. Innanzitutto, evidentemente, suona come uno schiaffo l'impatto di quel muro di ferro su quella che - ma ormai siamo alla barzelletta conclamata - dovrebbe essere una delle zone di maggior pregio e vivibilità della città, ossia la cosiddetta area monumentale su cui, scusate se scappa una risata, nel corso degli anni si sono sprecati i dibatti sulla valorizzazione e sulla pedonalizzazione per ridarle almeno in parte il lustro di un tempo.

recinzione-stadio-24set15-12Si dirà che non è poi il caso di montare grandi polemiche su una cancellata che sarà realmente installata per un pugno di ore ogni due sabato (o nel giorno di calendario alternativo). E' esattamente il contrario: a maggior ragione per l'esiguità del suo utilizzo quell'imbragatura metallica calata sui sogni di una città turistica - e persino sulla gioia dei piccoli amanti delle automobiline storiche, che saranno lì rinchiuse - per di più accanto a giardini già di loro malconci e indegni da tempo ma comunque sempre affollati, risulta inconcepibile. Di più: quasi quasi immotivata, se - come pare - dopo poche partite gli stessi tifosi del Como già si interrogano sull'esiguità della partecipazione (per quanto a Novara) alla nuova avventura della squadra. Figuriamoci quanto potrà essere stridente la barriera in caso - non certo improbabile - di arrivo sul Lario di poche decine di tifosi dal resto d'Italia, salvo casi rari di partite di cartello o eccezionalmente sentite dalle tifoserie.

recinzione-stadio-24set15-7La cronaca contingente, inoltre, offre altri spunti. Como, ad esempio, sta - molto a modo suo - lottando per diventare capitale della cultura italiana. Se ne deduce che la cultura della sportività sia esclusa a priori da ogni ragionamento di questo tipo, a dispetto della - tenera, vista con il senno di poi - iniziativa dell'assessore Cavadini che proporrà i musei cittadini gratuiti ai tifosi ospiti in arrivo sul Lario. E comunque, a breve, già a Natale e ancor più nelle belle giornate della primavera prossima, assisteremo all'apparire e allo sparire di un ghetto chiamato "area stadio" destinato a separare (lambendo, altra follia, persino il Monumento ai Caduti) il resto della città. Certo, accadeva anche in passato ma senza cancellate, solo con le forze dell'ordine schierate. Verissimo, e non era bello nemmeno allora quel contrasto tra i teorici valori dello sport e gli assetti antisommossa. Ma ora si avrà anche un simbolo saldamente piantato nel terreno a ricordarci che - pur accettando in assoluto il concetto che la sicurezza viene prima di tutto - anni e anni di parole e dibattiti non hanno spostato nulla.

recinzione-stadio-24set15-9La sconfitta - non soltanto a Como, ovviamente - è quasi irreparabile. Il prezzo da pagare per la città nel suo complesso (senza entrare negli specifici e improponibili disagi dei residenti della zona) è altissimo. Ma, come sempre, torneremo a ricordare che Gianni Brera una volta ha definito il Sinigaglia lo stadio più bello del mondo. E, se va bene, con un paio di vittorie della squadra - incolpevole, peraltro, come la società stessa - anche la cancellata diventerà tutto sommato una curiosità della bella Como, magari con tanto di hashtag dedicato. Il tutto mentre, dalla Germania, aspettiamo ancora lo stadio polifunzionale e con autosilo sotterraneo che si contrabbanda di tanto in tanto per buttare un po' di fumo negli occhi, aspettando il fischio d'inizio. Perché la politica, dei palazzi e del pallone, evidentemente ha abiurato al profferire un suono qualsiasi.

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