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Incidenti stradali Via Clemente XIII

Gaetano Banfi: c'è un indagato per l'investimento e l'uccisione del ragazzo comasco

È un 31enne di Casnate con Bernate

Sono passati 2 mesi e mezzo da quel 20 ottobre che travolse la vita di Gaetano Banfi e della sua famiglia, in un sottopasso di Rebbio, a Como. Il 22enne era infatti stato trovato poco prima delle 6 del mattino su una rampa di via Clemente XII con una mano in tasca, forse colto in quel gesto tanto disperato quanto vano di prendere il telefono per chiamare aiuto.

Le indagini avevano presto ipotizzato che un’auto l’avesse urtato quando era già a terra e in questi mesi gli inquirenti non hanno mai smesso di cercare la verità: grazie a un delicato incrocio di dati, orari, immagini delle videocamere e targhe, oggi, 8 gennaio, come riporta Il Giorno di Como, c’è un fermo. E si tratta proprio dell’uomo che per primo aveva chiamato i soccorsi, alle 5.44 di quella domenica da dimenticare. Secondo la ricostruzione della Squadra Mobile di Como, S.P., un 31enne di Casnate con Bernate, sarebbe reo di omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia – quest’ultimo reato causato dall’aver, seppur implicitamente,  accusato altri dell’investimento. Secondo la ricostruzione Gaetano sarebbe stato investito alle 5.30, mentre si dirigeva a piedi e da solo verso casa. L’omicida andava quindi cercato fra gli automobilisti che avevano attraversato la zona intorno a quell’ora. Ma telecamere nel punto esatto dell’investimento non ce ne sono: andavano indagati tutti i movimenti sospetti intorno al sottopasso. Da qui un primo faro si era acceso nella direzione dell’uomo che soltanto 15 minuti dopo l’investimento aveva chiamato i soccorsi. La sua Ford Ecosport infatti viene ripresa per tre volte nella zona: in andata – quando probabilmente investe Gaetano –, al ritorno – quando passa forse per controllare cosa fosse successo – e poi una terza volta, quando finalmente chiede aiuto al 118. 
Ora l’uomo è stato interrogato ma ha confermato la versione data in prima battuta, cioè di non aver né investito né urtato il giovane e di averne notato il corpo esanime soltanto pochi secondi prima di allertare i soccorsi.

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