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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il Willy Brandt, il processo di Paco Sel agli (ex?) alleati e Fanetti fermato in extremis

Se ne sa poco, ma l'evento centrale è certamente accaduto. Dopo questa doverosa premessa è però impossibile non riferire anche le pur scarne informazioni filtrate soltanto nelle ultime ore circa una riunione andata in scena nella sede di via...

Se ne sa poco, ma l'evento centrale è certamente accaduto. Dopo questa doverosa premessa è però impossibile non riferire anche le pur scarne informazioni filtrate soltanto nelle ultime ore circa una riunione andata in scena nella sede di via Aristide Bari del Circolo Willy Brandt (foto accanto) mercoledì pomeriggio attorno alle 17. L'incontro era stato organizzato senza troppa pubblicità - per non dire in forma semicarbonara - dal nucleo socialista che anima le attività del circolo stesso, di cui Giuseppe Doria è certamente il nome più noto. Curiosa, però, la finalità originaria dell'iniziativa: mettere attorno a un tavolo per discutere di alcuni temi sovracomunali (dal tema dei frontalieri a quello delle nuove Province, per citarne un paio) praticamente tutto l'arco costituzionale fatte salve alcune assenza dichiaratamente volute (Lega Nord e Cinque Stelle su tutti).

aula-consiglio-comunale-1Per chi erano partiti gli inviti più o meno informali, dunque? Per tutti, o quasi, da Forza Italia al Pd, da Ncd a Paco Sel, dagli esponenti del Partito Socialista ai movimenti civici di sinistra e centrosinistra attivi in città. Idea ambiziosa, forse troppo. Tanto che sebbene la risposta in termini di partecipazione sia stata notevole - una trentina, si narra, gli arrivi - in realtà la stragrande maggioranza dei partecipanti era costituita dall'asse socialisti-Paco Sel.

stefano-fanetti-1Un tandem dominante che rapidamente ha fatto virare le discussioni su un punto: una sorta di processo alla maggioranza di centrosinistra, alla giunta e allo stesso sindaco di Como Mario Lucini a 4 anni dall'avvio della stagione del più o meno realizzato "cambio di passo". Clamoroso l'esito immediato di questo radicale stravolgimento degli obiettivi di partenza: non si sa bene da chi - da Doria alla luce della possibile malaparata? Dai vertici del Pd insospettiti? Da "se stesso", capito dove stava andando a cacciarsi? - ma il segretario cittadino del Partito Democratico è stato caldamente consigliato di non partecipare alla riunione. E infatti Stefano Fanetti non ha nemmeno messo piede nella sede del Willy Brand, girando i tacchi quando era ormai pronto a varcare la soglia.

davUna soglia oltre la quale pare che, tra i numerosi interventi critici verso la situazione politica del capoluogo e in special modo di esecutivo e maggioranza di Palazzo Cernezzi, soprattutto Celeste Grossi, consigliere comunale di Paco Sel e fresca (assieme al collega Luigino Nessi) di affossamento della delibera Acsm Agam-A2A, abbia pronunciato giudizi politici molto poco lusinghieri, al confine con l'inappellabile sentenza negativa, sull'esperienza dell'alleanza di centrosinistra in Comune, definita piena di crepe forse insanabili ormai da mesi e mesi.

Che il germoglio di una nuova lista di sinistra, totalmente autonoma dal Pd quando non al confine con l'antagonismo rispetto al partito di Renzi e Luca Gaffuri, stia definitivamente gettando le proprie basi in città per il voto 2017? Possibile, forse addirittura probabile. Di sicuro, l'evento rappresenta un'immagine impietosa - ancorché un po' sfocata - del grave momento attraversato dal centrosinistra a Como.

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