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Il video amatoriale dice: Como capitale della cultura parte male (comunque vada)

Ieri sera alla Biblioteca Comunale di Como è stata presentata la candidatura della città - assieme a Brunate e Cernobbio - a capitale italiana della cultura 2016-2017. Ne avevamo parlato qui, in un articolo che da un lato esprimeva sostegno...

Ieri sera alla Biblioteca Comunale di Como è stata presentata la candidatura della città - assieme a Brunate e Cernobbio - a capitale italiana della cultura 2016-2017. Ne avevamo parlato qui, in un articolo che da un lato esprimeva sostegno all'idea che numerose forze della città tentassero una strada comune per dare al capoluogo un futuro culturale ed economico nuovo; ma, nel contempo, dall'altro lato si giudicava letteralmente "prematura" la scelta di una sfida così impegnativa, di fronte a una Como che probabilmente ha ancora troppe magagne, se non ferite, aperte e di non rapida "cura". Per quanto riguarda i contenuti e lo svolgimento della serata, il rimando d'obbligo è a questo articolo di Maurizio Pratelli per Qtime.it, testata del network giornalistico.

Qui ci limitiamo a una mera considerazione che superficialmente si potrebbe catalogare come "estetica", ma che a nostro avviso è invece di profonda sostanza. Perché nel breve video amatoriale che potete vedere in alto si nota una biblioteca mezza deserta, con sparute teste diffuse qua e là a macchia di leopardo. Insomma, uno spot diametralmente opposto a quello che dovrebbe essere lo spirito stesso della candidatura di Como a capitale della cultura italiana. In una serata forse non pubblicizzata abbastanza, forse promossa male, forse attraverso strumenti inadeguati, l'immagine che emerge da quella sala semivuota è di disinteresse diffuso, mancata partecipazione (non solo dei cittadini ma persino di alcune personalità promotrici dell'evento, ndr) e di antitesi a ogni spirito di condivisione e sinergia. Insomma, la negazione perfetta degli obiettivi dell'evento in sé. Al di là di come andrà - anzi, persino se andrà bene - la serata di ieri è stata e rimarrà comunque quanto di meno comunicativo in assoluto si potesse proporre per promuovere e creare entusiasmo attorno a un obiettivo tanto ambizioso come diventare la capitale culturale dell'Italia. Un erroraccio tecnico, se si vuole, da non ripetere. Mai più.

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