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Cronaca

Il trionfante stand del Lago di Garda che conquista piazza Cavour: Lario zitto e a casa

Se si riesce ad andare oltre la voluta ironia quasi provocatoria del titolo, la questione è seria. Anzi, serissima. Perché riguarda davvero la clamorosa lezione di marketing e promozione territoriale unita al calcio impartita a Como dal Lago di...

feralpi-garda-4Se si riesce ad andare oltre la voluta ironia quasi provocatoria del titolo, la questione è seria. Anzi, serissima. Perché riguarda davvero la clamorosa lezione di marketing e promozione territoriale unita al calcio impartita a Como dal Lago di Garda nientemeno che nel suo/nostro salotto buono. Le foto a corredo dell'articolo sono eloquenti: in occasione della partita in programma al Sinigaglia tra Como e Feralpi Salò, alcuni soggetti istituzionali ed economici del territorio degli ospiti hanno accompagnato la squadra alla presa della città. E così - ben oltre il prato dello stadio - nel cuore di piazza Cavour, il popolo del Garda ha "squadernato" un ampio e ricchissimo stand con tutto il meglio dell'offerta turistica locale, dal lago ai castelli, dai borghi agli alberghi, dai ristoranti ai monumenti passando per eventi e gastronomia (lo stand bianco è tappezzato di immagini di piatti tipici, per dire). In particolare, sul cartellone ufficiale che svetta come una sorta di "bandiera di conquista" nel centro di piazza Cavour (e ironia della sorte, praticamente di fronte agli uffici turistici della Provincia) si colgono stemmi e loghi dei Comuni di Salò e Lonato del Garda, del Consorzio Alberghi Riviera del Garda, persino del Vittoriale, di Confcommercio Brescia e - riecco l'azzecatissimo connubio territorio-sport-calcio - l'hashtag #leonidelgarda che richiama la squadra del Feralpi Salò. Peraltro, la tappa comasca fa parte di un tour di questo squadrone calcistico-turistico del Garda che seguirà i calciatori promuovendo il territorio in occasione di numerose trasferte.

feralpi-garda-1Inutile girarci attorno: anche soltanto da un punto di vista simbolico, l'impatto del Lago "nemico" che conquista piazza Cavour e vi issa il proprio vessillo trionfante, adornato delle sue bellezze, resta uno smacco - ancorché metaforico - notevole, persino insostenibile se visto nell'ottica di un sano (ripetiamo, sano) campanilismo tra specchi d'acqua. Ma al di là della questione di orgoglio e immagine, il contropiede concreto con cui il Garda ha infilato la porta - o la piazza - comasca resta davvero una lezione clamorosa ai nostrani operatori per quanto riguarda il saper fare squadra attorno a un territorio e ai suoi protagonisti con il fine di valorizzarne capacità e bellezze. E allora, il consiglio che possiamo rivolgere ai nostri albergatori, ai nostri politici, ai nostri ristoratori, alle nostre società sportive e forse soprattutto ai troppi che si riempiono la bocca di turismo e bla bla assortiti, è questo: innanzitutto, prendere e portare a casa questo "cappotto" subìto in casa dagli acerrimi rivali del Benaco. E poi meditare, meditare molto piuttosto che guardare il proprio pur splendido ombelico.

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